ALBA
~ Pier Paolo Pasolini ~
O petto destato
dal nuovo giorno!
O letto tiepido
bagnato di lacrime!
Un’altra luce
mi desta a piangere
i giorni che volano
via come le ombre.
by Tony Kospan
PSICHE E SOGNO
è il tuo salotto culturale di fcb
d’arte, buonumore, cinema,
musica class. e moderna…
poesia racconti riflessioni… etc…
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ELOGIO DELLA MALINCONIA
E… L’ARTE…
I PARTE
Caravaggio – La Madonna addolorata
I fiori sono parole,
le foglie silenzio…
tutto raccolto attorno ad essi
Tagore
Paul Delvaux – Elogio della Malinconia
Rifuggita, nella nostra società iperattiva tutta volta verso l’esterno, la malinconia può essere letta come un bisogno di rivolgere l’attenzione verso l’interno, quella dimensione in cui gli artisti traggono ispirazione e carica per la loro attività.

Arnold Boecklin – Malinconia
Da cosa dipende quel vago malessere che spesso accompagna la nostra vita?
Perché non siamo felici di ciò che possediamo e delle mete che abbiamo già raggiunto?
Da dove proviene quella struggente sensazione di non essere veramente a “casa”?
è lo stato di malinconia, quel vissuto psicologico che sperimentiamo di frequente nei momenti di “sosta”, di “arresto” nel corso della nostra vita. Gli antichi la descrivono come “afflizione dell’anima” affine alla tristezza, ma non così dolorosa, e anche se cupa e profonda porta con se una certa tenerezza e dolcezza. Inoltre, a differenza della tristezza, che sfiora la depressione e non induce alla riflessione, la malinconia si alimenta di un pensiero più intimo forse più a contatto con la “ragioni” del cuore.
La Malinconia – Domenico Fetti
Il termine malinconia deriva dal greco, mélas, nero e cholé, bile, quindi “bile nera” che insieme con il flegma, la bile gialla, e il sangue, formava i “quattro umori”. Questi umori si credeva controllassero tutta l’esistenza e i comportamenti dell’uomo e, a seconda del modo in cui si combinavano, determinavano il carattere degli individui; in perfetta corrispondenza con gli elementi del cosmo e i suoi cicli, come l’alternarsi delle stagioni.
Jean-Baptiste Camille Corot, La Mélancolie
Nel linguaggio moderno la parola “malinconia” o “melanconia” si usa per indicare indifferentemente cose alquanto diverse tra loro. Nella nostra cultura medica viene indicata come prodromo della depressione, e viene riconosciuta come tale quando si accompagna a sensi di colpa e a umore depresso, sintomi però non scatenati da eventi ben identificabili e per lo più non caratterizzati da ansia. Le persone che ne soffrono manifestano anche insonnia, perdita dell’appetito e incapacità di trarre piacere.
Questo “atteggiamento” scientifico, di sicura utilità per diagnosticare preventivamente una patologia depressiva, ha messo però in ombra la malinconia come “stato dell’anima”, talvolta penoso e deprimente e talaltra dolcemente pensoso o nostalgico, includendo tutte le manifestazioni in un’unica definizione di carattere clinico.
Elio Occhipinti – dal web – impaginazione dell’Orso – continua…
Tony Kospan






Se ami l’arte, il buonumore, la musica classica e moderna,
la poesia, i racconti, la psicologia, i racconti, la storia etc…
in armonia ed amicizia…ecco la rua nuova pagina di…
SOGNO
TONY KOSPAN
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LA PACE… INTERIORE
Seguendo il semplice consiglio che ho letto in un articolo,
ho finalmente trovato la PACE INTERIORE.
L’articolo diceva:
“Il modo migliore per raggiungere la PACE INTERIORE
consiste nel portare a termine tutte le cose che abbiamo iniziato.”
Così mi sono guardato intorno, a casa, per vedere le cose
che avevo iniziato e lasciato a metà…
e prima di cominciare la giornata, ho finito:

Un pasticcio di pasta al ragù che era in frigo…
un quarto di prosciutto San Daniele…
una confezione di Mozzarelline di bufala…
una stecca di cioccolata mancante solo di un dadino,
2 cannoli siciliani e 2 sfogliatelle avanzati ieri sera,
un bicchiere di nutella appena iniziato…
e non ho certo lasciato a metà…
una bottiglia di Chianti “Gallo nero”,
una di Zibibbo,
ed una grappa vellutatissima…
e tanto altro che comprenderete che…
hic… hic… hic…
ora proprio non riesco a ricordare…
Ma non avete idea di come stia bene adesso…
Consigliatelo a chi cerca la…
PACE INTERIORE…
E… fatelo anche voi……
perchè io intanto adesso vado a godermi…
e… mi raccomando… guai a voi… se mi disturbate…
la PACE INTERIORE………….
Tony Kospan
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FUNICULI’ FUNICULA’…
ATMOSFERE E NOTE… D’UN TEMPO…
a cura di Tony Kospan
LA STORIA
La canzone fu scritta nel 1880 in occasione dell’inaugurazione della prima funicolare di Napoli ed ebbe una gestazione velocissima… solo di poche ore… nascendo quindi quasi d’impeto dalle corde del giornalista Peppino turco e dal musicista Luigi Denza…

Essa doveva avere la funzione di pubblicizzare la Funicolare e di invogliare i cittadini ad utilizzarla… ma riscosse un successo immediato per la musica quasi galoppante ed allegra… e per il simpatico testo…

Fu la canzone più cantata nella Piedigrotta (antica festa popolare che si teneva nel mese di settembre) di quell’anno ed il suo successo… travolgente come le sue note… travalicò monti ed oceani per diventare una delle canzoni più famose di tutti i tempi…

Essa infatti è stata cantata dai più grandi cantanti….
di ogni epoca

LA CANZONE
Ascolteremo ora una versione cantata da Pavarotti
in un sito di un italiano che vive in Brasile
(a cui va la ns riconoscenza)
che ci consente di leggere sia il testo originale
che quello tradotto in italiano
ed una versione anch'essa molto bella…
direi più classica e… “verace”

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VIAGGIARE
POESIA SUBLIME DI PESSOA…
Questa piccola ma significativa poesia
del grande poeta portoghese
ci rivela qualcosa che in fondo già sappiamo…
Il senso vero e profondo del viaggio…
non consiste nel correre in giro per il mondo
alla ricerca affannosa di chissà che cosa…
ma nel guardarci intorno…
nello scoprire negli altri… ed accanto a noi…
dei mondi… sì nuovi…,
eppur così simili, per certi versi al nostro.
VIAGGIARE
Fernando Pessoa
Viaggiare?
Per viaggiare basta esistere
passo di giorno in giorno
come di stazione in stazione
nel treno del mio destino
affacciato sulle finestre e sulle piazze
sui gesti e sui volti
sempre uguali e sempre diversi
come in fondo sono i paesaggi
Orso Tony
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L'ALBA IN POESIA…
a cura di Tony Kospan
Se la Primavera è la prima stagione dell'anno…se il lunedì è il primo giorno della settimana…se l'infanzia-adolescenza-giovinezza è la prima parte della vita…qual'è il momento iniziale e sognante che, rinnovandosi sempre, ci apre al mondo ed alla vita ogni giorno?

Bè avete certamente capito che parlo dell'Alba… quel momento affascinante in cui le ombre della notte lentamente si diradano mentre avanza un chiarore che illumina pian piano e sempre di più ogni cosa… intorno a noi…
Essa è stata molto amata da poeti… pensatori… scrittori… per quel che è in sé ma anche per le sue chiare valenze simboliche… ed infatti sono davvero tantissime le poesie a lei dedicate.
L'alba ha una sua misteriosa grandezza che si compone d'un residuo di sogno e d'un principio di pensiero. Victor Hugo
Per la verità essendo un “gufo” raramente riesco a vederla ma forse proprio per questo… chissà… l'amo come un momento misterioso e magico e mi piace.
Con l'alba (aurora e mattino) iniziamo un trittico che proseguirà con la sera e terminerà con la notte.
Iniziamo con una poesia di un Pavese ansioso e speranzoso, proseguiamo con un Tagore che stavolta non riesce a nascondere la sofferenza ma cerca di sublimarla… C'è poi un quadretto perfetto d'un'alba marina della grande Merini e quindi un Lorca che nei primi chiarori del giorno rimpiange un perduto amore.Infine una monumentale profonda poesia di Verlaine che volendo smetterla con i neri pensieri ed i rancori si propone d'aprirsi senza remore verso la vita e l'amore.



LO SPIRAGLIO DELL'ALBA
Cesare Pavese
Lo spiraglio dell’alba
respira con la tua bocca
in fondo alle vie vuote.
Luce grigia i tuoi occhi,
dolci gocce dell’alba
sulle colline scure.
Il tuo passo e il tuo fiato
come il vento dell’alba
sommergono le case.
La città rabbrividisce,
odorano le pietre –
sei la vita, il risveglio.
Stella sperduta
nella luce dell’alba,
cigolio della brezza,
tepore, respiro –
è finita la notte.
Sei la luce e il mattino.

OGNI ALBA
Rabindranath Tagore
Ogni Alba porta un nuovo giorno,
lavando con la luce della speranza
le macchie e la polvere dello spirito
vuoto di ogni giorno passato.
Vuoi celare te stesso!
Il cuore non ubbidisce,
diffonde luce dagli occhi.
Nella vita non c’è speranza
di evitare il dolore:
che tu possa trovare nell’animo
la forza per sopportarlo.
Cieco, non sai che l’andare e il venire
camminano sulla stessa strada?
Se sbarri la strada all’andata
perdi la speranza del ritorno…

ALBA
Alda Merini
A passi lenti ti muovi nella notte
quando i silenzi dei suoni sono ancora forti
Ti distendi con pallidi raggi di sole
nei giardini degli specchi marini.
Il tuo soffice manto velato
regala una spuma di sorriso
al pescatore solitario
che stancamente si dirige verso casa
per abbracciare la sua amata.


ALBA
Federico Garcia Lorca
Il mio cuore oppresso
con l'alba avverte
il dolore del suo amore
e il sogno delle lontananze.
La luce dell'aurora porta
rimpianti a non finire
e tristezza senza occhi
del midollo dell'anima.
Il sepolcro della notte
distende il nero velo
per nascondere col giorno
l'immensa sommità stellata.
Che farò in questi campi
cogliendo nidi e rami,
circondato dall'aurora
e con un'anima carica di notte!
Che farò se con le chiare luci
i tuoi occhi sono morti
e la mia carne non sentirà
il calore dei tuoi sguardi!
Perchè per sempre ti ho perduta
in quella chiara sera?
Oggi il mio petto è arido
come una stella spenta


POICHE' L'ALBA SI ACCENDE
Paul Verlaine
Poiché l'alba si accende, ed ecco l'aurora,
poiché, dopo avermi a lungo fuggito, la speranza consente
a ritornare a me che la chiamo e l'imploro,
poiché questa felicità consente ad esser mia,
facciamola finita coi pensieri funesti,
basta con i cattivi sogni, ah! soprattutto
basta con l'ironia e le labbra strette
e parole in cui uno spirito senz'anima trionfava.
E basta con quei pugni serrati e la collera
per i malvagi e gli sciocchi che s'incontrano;
basta con l'abominevole rancore! basta
con l'oblìo ricercato in esecrate bevande!
Perché io voglio, ora che un Essere di luce
nella mia notte fonda ha portato il chiarore
di un amore immortale che è anche il primo
per la grazia, il sorriso e la bontà,
io voglio, da voi guidato, begli occhi dalle dolci fiamme,
da voi condotto, o mano nella quale tremerà la mia,
camminare diritto, sia per sentieri di muschio
sia che ciottoli e pietre ingombrino il cammino;
sì, voglio incedere dritto e calmo nella Vita
verso la meta a cui mi spingerà il destino,
senza violenza, né rimorsi, né invidia:
sarà questo il felice dovere in gaie lotte.
E poiché, per cullare le lentezze della via,
canterò arie ingenue, io mi dico
che lei certo mi ascolterà senza fastidio;
e non chiedo, davvero, altro Paradiso.



AMI LEGGER… SCRIVER… POESIE?
DISCUTERNE INSIEME ED IN AMICIZIA?
VIENI ANCHE TU… NEL…

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