
Federico Garcia Lorca
conchiglia.
Dentro le canta
Un mare di carta.
Il mio cuore
Si riempie d’acqua
con pesciolini
D’ombra e d’argento.

Eccola insieme al testo originale cantata da Léo Ferré…
e qui nella versione italiana cantata da Dalida…
ESTHER FERRER
ARTE FOTOGRAFICA CONCETTUALE
Esther Ferrer (San Sebastián 1937) vive e lavora a Parigi. Artista concettuale molto nota nel panorama dell’arte performativa dagli anni Sessanta. Dall’inizio della sua carriera realizza incursioni in altri campi quali: la musica, la fotografia, la poesia o la letteratura.
Esther Ferrer che, oltre a mostre personali e collettive, ha al suo attivo più di 100 concerti realizzati con il gruppo Zaj e performance dal 1967 al 1995, ha proposto in Biennale (proprio nell’ambito delle performance e delle installazioni), una paradossale e suggestiva oggettivazione in cui il tempo e lo spazio hanno finito per acquisire una presenza inquietante.
Esther Ferrer, artista basca, utilizza il suo corpo ed il suo volto come modelli dominanti nella sua opera . L’artista con le sue foto mostra allo spettatore le sue riflessioni sul tempo che passa.
Osservando i suoi ritratti composti, è stupefacente notare come il volto di una persona, nel caso specifico quello dell’artista, subisce con gli anni solo impercettibili variazioni.
L’artista indaga la necessità dell’uomo di identificarsi con il proprio corpo e con lo spazio nella ricerca di un punto di riferimento, di un centro, in contrapposizione all’instabilità del tempo, alla trasformazione che il tempo apporta sull’uomo e al suo spazio vitale.
Con Autoretrato en el tiempo fa convivere, su uno stesso supporto,
due scatti separati dal tempo ma uniti nello spazio.
L’opera ebbe inizio oltre venti anni fa e consiste in una serie di autoscatti dell’artista realizzati a cadenza quinquennale, in bianco e nero, con lo stesso sfondo, la stessa luce, la stessa inquadratura e dove, nulla cambia, se non il passare degli anni sul viso di Esther Ferrer. Realizzati i ritratti e tagliati a metà in senso verticale l’artista li riunisce in un unico ritratto “dei doppi tempi”.
La serie Autorretrato en el espacio parte da una immagine sfocata, quasi impercettibile, che in modo graduale aumenta la propria definizione per ritornare di nuovo alla composizione iniziale una volta raggiunto il massimo di nitidezza.
Gli scatti di Autoretrato en el tiempo, il cui primo risale al 1981 e l’ultimo al 2004, sorprendono particolarmente per gli esigui cambiamenti intercosi nei 23 anni di distanza dal primo all’ultimo. Ferrer, ovviamente, non ha subito in questi anni nessun trattamento chirurgico ma solo il “trattamento” del normale scorrere del tempo.
La serie Autoretrato en el tiempo è un work in progress, pertanto, l’artista continuerà questo lavoro negli anni a venire.
FINE
FONTI: VARI SITI WEB – IMP. T.K.
CIAO DA TONY KOSPAN
Amo parlare del nulla, padre, è la sola cosa di cui so tutto.
Oscar Wilde
LA LIBRERIA DEL MARE
Maria Grazia Nigi
Tutte le mie parole
portate via dal vento
cadranno in mezzo al mare.
Disperse in mezzo ai flutti,
salite e ridiscese per
nuotare.
Le leggeranno i pesci
letterati.
Le piccole conchiglie
innamorate.
La Società Anonima dei
pescicani.
Per tramare, per rimanere
a galla per mangiare,
tentando con i denti
di strappare… quelle
parole care.
Per leggere e imparare,
è tutta trasparente
aperta notte e giorno,
la Libreria del Mare.
da Orso Tony
Un uomo parlava con il Signore riguardo a paradiso e inferno.
Il Signore disse all’uomo:“Vieni, ti mostrerò l’inferno”…
Entrarono in una stanza in cui un gruppo di persone sedeva attorno ad una grande pentola di stufato.
Tutti erano denutriti, disperati e affamati. Ognuno teneva in mano un cucchiaio che raggiungeva la pentola, ma il cucchiaio aveva un manico tanto più lungo dalle loro braccia che non poteva essere usato per portare alla bocca lo stufato. La sofferenza era terribile.
“Vieni, adesso ti faccio vedere il paradiso”, disse il Signore dopo un po’.
Entrarono in un’altra stanza, identica alla prima, tutto era uguale: la stessa pentola di stufato e gli stessi cucchiai a manico lungo. Ma lì tutti erano felici e ben nutriti.
“Non capisco”, disse l’uomo. “Perché sono felici qui se nell’altra stanza erano disperati e tutto era uguale?”
Il Signore sorrise. “Ah, è semplice”, disse…. “Qui hanno imparato a darsi da mangiare l’un l’altro”.
Meditiamo amici, meditiamo…
Ciao da Tony Kospan
PENSIERI SULLA VITA… FIRMATI… DA UN GRANDISSIMO FILOSOFO
SCHOPENHAUER
« Le speculazioni filosofiche si possono ricevere solo dai loro autori; chi si sente portato alla filosofia deve quindi visitarne gli immortali maestri nel santuario delle loro stesse opere » Arthur Schopenhauer ![]() Io non ho scritto per gli imbecilli. Per questo il mio pubblico è ristretto. La felicità è come l’elemosina gettata al mendico. Gli permette di vivere oggi per prolungare il suo dolore l’indomani. La religione cattolica è un’istruzione a elemosinare il cielo, visto che sarebbe troppo incomodo guadagnarselo. I preti sono gli intermediari di questa elemosina. La vita è una cosa spiacevole, e io mi sono proposto di passare la mia vita a rifletterci sopra. La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più illusori, di piacere e gioia. Nessuno si è mai sentito felice nel presente, a meno che non fosse ubriaco. Non v’è dubbio che la vita non ci sia stata data perché ne godiamo, ma per vincerla – per superarla. Quando pensiamo con orrore alla morte, la consolazione più sicura ed efficace che ci è data è sapere che essa ha almeno questo di buono, che è la fine della vita. Quando uno comincia a parlare di Dio, io non so di cosa parli, infatti le religioni, tutte, sono prodotti artificiali. (da O si pensa o si crede) Se un dio ha fatto questo mondo, io non vorrei essere quel dio, perché il dolore del mondo mi strazierebbe il cuore Templi e chiese, pagode e moschee, in tutti i paesi e in tutte le epoche, sono una testimonianza, nel loro splendore e nella loro grandezza, del bisogno metafisico dell’uomo che, potente e indistruttibile, segue a ruota il bisogno fisico. Verso la fine della vita avviene come verso la fine di un ballo mascherato, quando tutti si tolgono la maschera. Allora si vede chi erano veramente coloro coi quali si è venuti in contatto durante la vita.
DAL WEB… IMPAGINAZIONE ORSO TONY… FINE… CIAO DA TONY KOSPAN
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