Archivio per 15 ottobre 2010

TI AMO PER – TAREL – MINI DELLA BUONANOTTE   Leave a comment

 
 
 
TI AMO PER
Fran Tarel
 
Ti amo per l'inverno, perché lievita la vita,
ti amo per la primavera perché sgorga la vita,
ti amo per l'estate perché esplode la vita,
ti amo per l'autunno perché si spenge la vita.
Ti amo per la vita perché non sei per una stagione.

 

 
 
BUONANOTTE DA TONY KOSPAN
 

PSICHE E SOGNO
è il vero salotto culturale di fcb
arte, cinema, musica class. e moderna…
poesia racconti riflessioni… etc…
Accomodati… è casa tua…

Pubblicato 15 ottobre 2010 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA, Senza categoria

LE LETTERE D’AMORE DA PESSOA A VECCHIONI   1 comment

 
 
 
TUTTE LE LETTERE D’AMORE
– LA POESIA DI PESSOA –
E
LE LETTERE D’AMORE
– LA CANZONE DI VECCHIONI –
 
 
 
Pessoa 
 
 
Tutte le lettere d’amore
Pessoa

Tutte le lettere d’amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d’amore se non fossero
ridicole.
Anch’io ho scritto ai miei tempi lettere d’amore,
come le altre,
ridicole.
Le lettere d’amore, se c’è l’amore,
devono essere
ridicole.
Ma dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d’amore
sono
ridicoli.
Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d’amore
ridicole.
La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.
(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente ridicole).

 

 
 
Questa originale poesia ha ispirato Roberto Vecchioni nella creazione
di questa bellissima canzone-omaggio al grande poeta portoghese. 
 
 
Vecchioni non è nuovo a questi omaggi a grandi artisti
del non lontano passato…
… come ad esempio “Vincent”
dedicata al mitico pittore Van Gogh…
 
 
 
Questa canzone è però anche un’affettuosa critica
alle solitarie – seppur poetiche – visioni di Pessoa…
ed anche un (seppur ormai tardivo) invito al poeta
a vivere l’amore… senza timore…
 d’esser ridicolo…
 
Ma ora leggiamo il testo della canzone e dopo
ascoltiamola in un poetico-musical video…  
 
 
 
 
 
Le Lettere D’Amore
(Chevalier De Pas)
Roberto Vecchioni
 
Fernando Pessoa chiese gli occhiali
e si addormentò
e quelli che scrivevano per lui
lo lasciarono solo
finalmente solo…
così la pioggia obliqua di Lisbona
lo abbandonò
e finalmente la finì
di fingere fogli
di fare male ai fogli…

e la finì di mascherarsi
dietro tanti nomi,
dimenticando Ophelia
per cercare un senso che non c’è
e alla fine chiederle “scusa
se ho lasciato le tue mani,
ma io dovevo solo scrivere, scrivere
e scrivere di me…”
e le lettere d’amore,
le lettere d’amore
fanno solo ridere:
le lettere d’amore
non sarebbero d’amore
se non facessero ridere;
anch’io scrivevo un tempo
lettere d’amore,
anch’io facevo ridere:
le lettere d’amore
quando c’è l’amore,
per forza fanno ridere.

E costruì un delirante universo
senza amore,
dove tutte le cose
hanno stanchezza di esistere
e spalancato dolore.

Ma gli sfuggì che il senso delle stelle
non è quello di un uomo,
e si rivide nella pena
di quel brillare inutile,
di quel brillare lontano…

e capì tardi che dentro
quel negozio di tabaccheria
c’era più vita di quanta ce ne fosse
in tutta la sua poesia;
e che invece di continuare a tormentarsi
con un mondo assurdo
basterebbe toccare il corpo di una donna,
rispondere a uno sguardo…

e scrivere d’amore,
e scrivere d’amore,
anche se si fa ridere;
anche quando la guardi,
anche mentre la perdi
quello che conta è scrivere;
e non aver paura,
non aver mai paura
di essere ridicoli:
solo chi non ha scritto mai
lettere d’amore
fa veramente ridere.

Le lettere d’amore,
le lettere d’amore,
di un amore invisibile;
le lettere d’amore
che avevo cominciato
magari senza accorgermi;
le lettere d’amore
che avevo immaginato,
ma mi facevan ridere
magari fossi in tempo
per potertele scrivere…

 
 
 

 
 
 
Ciao da Tony Kospan 
 
 

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Pubblicato 15 ottobre 2010 da tonykospan21 in Senza categoria

LA SIGNORA DI TRENT’ANNI FA – NOTE ED ATMOSFERE DI UN TEMPO   Leave a comment

 
NOTE ED ATMOSFERE DI UN TEMPO
LA SIGNORA DI TRENT’ANNI FA
a cura di Tony Kospan
 
 

   Sep27     

 
 
E’ una canzone dal tipico stile italiano…
all’epoca… siamo nel 1951… in competizione…
con lo stile americano che sta invadendo il mondo…
 
 
 
 
 
 
Quel che accadeva nel dopoguerra viene oggi considerato
“tentativo di protezione” della musica leggera italiana.
 
Nasce infatti quell’anno Sanremo… 
 
 
 
 
 
Ora alcune immagini che ci riportano a quell’anno…
 
 
 
 
 
 

 

 

 
 
Composta da Leoni e Natoli
fu cantata da Togliani… da Villa… da Tajoli da Virgili e da tanti altri
 
Si tratta di una canzone dolce… romantica e malinconica…
 
L’autore ricorda i tempi belli della gioventù… e precisamente
un’incontro con una bella signora nel 1919.
 
 
 
 
 

 
Ascoltiamola ora cantata da
Achille Togliani
con la possibilità anche di leggere il testo…

 

 

e se vogliamo cantata da Virgili in questo video
 
 
 
 
Barre-papillons 
 
 

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Pubblicato 15 ottobre 2010 da tonykospan21 in CANZONI DI UN TEMPO..., Senza categoria

ARCIMBOLDO – L’ARTE DELLA MERAVIGLIA   Leave a comment

 
L’originalissimo artista milanese che creava
i suoi ritratti con frutta, fiori, rami, conchiglie e pesci
e che pur con pochissimi e notissimi dipinti
è uno dei più noti della storia dell’arte
 
OVVERO
 
 
(Arcimboldo… Milano, 1527 – Milano, 11 luglio 1593)
 
 
IL GENIO DELLA MERAVIGLIA
 
 
 
Flora
 
 

BREVE BIOGRAFIA

Arcimboldo nacque a Milano nel 1527

Il padre Biagio Arcimboldo o Arcimboldi era pittore presso il Duomo di Milano.
E’ ancora un problema irrisolto la versione corretta del nome dato che lo stesso Giuseppe
si firmava in modo diverso di volta in volta.

L’origine del nome è alemanna e la storia del casato risale ai tempi di Carlo Magno
al cui seguito c’era un nobiluomo d’origine alemanna Saitfrid Arcimboldi.

Il precoce contatto di Giuseppe con l’arte e la letteratura fu favorito dall’amicizia del padre
con Bernardino Luini allievo di Leonardo da Vinci anche se non è documentato un contatto diretto con i due artisti.

In ogni modo grazie al Luini Arcimboldo ebbe l’opportunità di venire in possesso degli appunti e dei quaderni con gli schizzi di Leonardo.

Arcimboldo coltivò contatti anche con filosofi e altri scienziati dell’epoca e debuttò come pittore nel 1549 a soli 22 anni come aiutante del padre presso il Duomo di Milano per alcuni disegni per le vetrate.

Molti lo conoscono per le sue raffigurazioni di volti formati dagli oggetti più disparati come animali piante libri e altro ma presso la corte dell’imperatore Ferdinando I d’Austria dove visse per ben 25 anni fu molto ben veduto e ben pagato anche per molte sue altre invenzioni come giostre giochi e decorazioni per matrimoni e altre feste

Morì nel 1593 a Milano.

 

 

  ALCUNE TRA LE OPERE PIU’ NOTE

Come si vede sono in serie…

LE 4 STAGIONI

 

L’autunno

 

 

L’inverno

 

La primavera

 
 
L’estate

 

I 4 ELEMENTI

 

 

Aria (1566)

 

Fuoco (1566)

 

Terra (1570)

 

Acqua (1566)

 

 

 

UN’ANALISI DELLA SUA OPERA

Grazie a pochissimi quadri conosciuti da tutti, soprattutto attraverso ogni sorta di riproduzioni e rielaborazioni utilizzate nei contesti più diversi compresa la pubblicità, Arcimboldo è oggi sicuramente uno degli artisti più famosi della storia dell’arte.

L’aggettivo «arcimboldesco» è diventato sinonimo di bizzarro, stravagante, eccentrico, fantastico, sorprendente, immaginifico, surreale.

Il «segreto» dello straordinario successo delle sue composizioni antropomorfe che appaiono come dei complicati puzzle (fatti di frutta, verdure, fiori, uccelli, pesci, conchiglie, o oggetti vari) sta nell’ambiguo e affascinante scarto, facilmente decodificabile con un po’ d’attenzione a una lettura immediata, fra l’osservazione dei particolari e dell’insieme unitario.

Tutto dipende dalla distanza da cui si osservano queste opere.

 

Bibliotecario

 

I vegetali
 

A uno sguardo ravvicinato si è colpiti dalla brulicante e formicolante presenza di innumerevoli elementi dipinti con estrema precisione naturalistica, mentre da una prospettiva più distante il tutto si ricompatta per formare l’immagine strana ma assolutamente verosimigliante di teste (o più precisamente di mezzi busti) anche con accentuate connotazioni espressive, sia pure al limite del grottesco.

L’effetto paradossale e ambivalente (percettivamente reversibile) mette in gioco nel modo più spettacolare e intrigante, all’interno stesso del dipinto, una dialettica fra realtà e rappresentazione, fra mimesi e apparenza illusoria.


 

Il Giurista
 

Rodolfo II in veste di Vertunno

 
A questo livello di fruizione della «magia» della pittura si ferma lo sguardo del grande pubblico, poco interessato, per lo più, a interpretazioni più complesse di ordine simbolico e allegorico legato al contesto storico culturale dell’epoca dell’artista.

In ogni caso si tratta di qualcosa di fondamentale, e perciò sempre attuale.

L’analisi dell’attualità dell’«Effetto Arcimboldo» che continua giustamente ad avere un enorme successo documenta l’influenza dell’opera dell’artista sulle generazioni seguenti, ma soprattutto sull’arte d’avanguardia ed in particolare su quella dadaista e surrealista.

Francesco Poli

Eva e la mela

 

dal web – impaginazione e rielaborazione by Tony Kospan

Ciao da Tony Kospan 

 

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Pubblicato 15 ottobre 2010 da tonykospan21 in ARTE, Senza categoria

I DONI DI DIO – ANTICA POESIA PELLEROSSA   Leave a comment

     
 
 
Ecco un’altra antica poesia…
densa di saggezza degli Indiani d’America.
 
 
 
 
E’ in realtà, come in genere nella loro cultura,
 un misto tra poesia… canto e preghiera…
 
 

 

  

 

I DONI DI DIO

(antica poesia indiana)

 

 Gli ho chiesto la forza
e Dio mi ha dato difficoltà per rendermi forte.

Gli ho chiesto la saggezza
e Dio mi ha dato problemi da risolvere.

Gli ho chiesto la prosperità
e Dio mi ha dato muscoli e cervello per lavorare.

Gli ho chiesto il coraggio
e Dio mi ha dato pericoli da superare.

Gli ho chiesto l’Amore
e Dio mi ha affidato persone bisognose da aiutare.

Gli ho chiesto favori
e Dio mi ha dato opportunità.

Non ho ricevuto nulla di ciò che volevo
ma tutto quello di cui avevo bisogno.

La mia preghiera è stata ascoltata.

 

 

orso tony 

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CIAO DA TONY KOSPAN

 

447562.gif picture by Lilith_RJ2

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FELICE WEEK END IN POESIA E MUSICA   2 comments

 

La farfalla non conta gli anni ma gli istanti:
per questo il suo breve tempo le basta
Tagore

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APPARIZIONE
Stephane Mallarmé
 
Intristiva la luna. Serafini in lacrime
sognando, l’archetto alzato nella calma
dei fiori vaporosi,
rapivano da morbide viole bianchi
singhiozzi, in un glissando sull’azzurro
delle corolle.
 – Ed era quello il giorno
benedetto del tuo primo bacio.
Alla mia fantasia piacendo un martirio
s’inebriava sapiente
di quel profumo di tristezza che lascia
anche senza disagio o rimpianto
il cogliere un Sogno all’anima che l’ ha colto.
Dunque vagavo, l’occhio fitto al selciato
consunto, quando col sole dentro i capelli,
nella via, nella sera tu m’apparisti ridente
e credetti vedere la fata dal cappello di luce
che un tempo sui miei bei sonni di bimbo viziato
passava, lasciando sempre dalle sue mani dischiuse
fioccare bianchi mazzetti di stelle odorose.
 
 
000eck0k

 

da Tony Kospan
 

 

447562.gif picture by Lilith_RJ2

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