TI AMO PER
Fran Tarel
Ti amo per l'inverno, perché lievita la vita,
ti amo per la primavera perché sgorga la vita,
ti amo per l'estate perché esplode la vita,
ti amo per l'autunno perché si spenge la vita.
Ti amo per la vita perché non sei per una stagione.
BUONANOTTE DA TONY KOSPAN
PSICHE E SOGNO
è il vero salotto culturale di fcb
arte, cinema, musica class. e moderna…
poesia racconti riflessioni… etc…
Accomodati… è casa tua…
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TUTTE LE LETTERE D’AMORE
– LA POESIA DI PESSOA –
E
LE LETTERE D’AMORE
– LA CANZONE DI VECCHIONI –
Tutte le lettere d’amore
Pessoa
Tutte le lettere d’amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d’amore se non fossero
ridicole.
Anch’io ho scritto ai miei tempi lettere d’amore,
come le altre,
ridicole.
Le lettere d’amore, se c’è l’amore,
devono essere
ridicole.
Ma dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d’amore
sono
ridicoli.
Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d’amore
ridicole.
La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.
(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente ridicole).
Questa originale poesia ha ispirato Roberto Vecchioni nella creazione
di questa bellissima canzone-omaggio al grande poeta portoghese.
Vecchioni non è nuovo a questi omaggi a grandi artisti
del non lontano passato…
… come ad esempio “Vincent”
dedicata al mitico pittore Van Gogh…
Questa canzone è però anche un’affettuosa critica
alle solitarie – seppur poetiche – visioni di Pessoa…
ed anche un (seppur ormai tardivo) invito al poeta
a vivere l’amore… senza timore…
d’esser ridicolo…
Ma ora leggiamo il testo della canzone e dopo
ascoltiamola in un poetico-musical video…
Le Lettere D’Amore
(Chevalier De Pas)
Roberto Vecchioni
Fernando Pessoa chiese gli occhiali
e si addormentò
e quelli che scrivevano per lui
lo lasciarono solo
finalmente solo…
così la pioggia obliqua di Lisbona
lo abbandonò
e finalmente la finì
di fingere fogli
di fare male ai fogli…
e la finì di mascherarsi
dietro tanti nomi,
dimenticando Ophelia
per cercare un senso che non c’è
e alla fine chiederle “scusa
se ho lasciato le tue mani,
ma io dovevo solo scrivere, scrivere
e scrivere di me…”
e le lettere d’amore,
le lettere d’amore
fanno solo ridere:
le lettere d’amore
non sarebbero d’amore
se non facessero ridere;
anch’io scrivevo un tempo
lettere d’amore,
anch’io facevo ridere:
le lettere d’amore
quando c’è l’amore,
per forza fanno ridere.
E costruì un delirante universo
senza amore,
dove tutte le cose
hanno stanchezza di esistere
e spalancato dolore.
Ma gli sfuggì che il senso delle stelle
non è quello di un uomo,
e si rivide nella pena
di quel brillare inutile,
di quel brillare lontano…
e capì tardi che dentro
quel negozio di tabaccheria
c’era più vita di quanta ce ne fosse
in tutta la sua poesia;
e che invece di continuare a tormentarsi
con un mondo assurdo
basterebbe toccare il corpo di una donna,
rispondere a uno sguardo…
e scrivere d’amore,
e scrivere d’amore,
anche se si fa ridere;
anche quando la guardi,
anche mentre la perdi
quello che conta è scrivere;
e non aver paura,
non aver mai paura
di essere ridicoli:
solo chi non ha scritto mai
lettere d’amore
fa veramente ridere.
Le lettere d’amore,
le lettere d’amore,
di un amore invisibile;
le lettere d’amore
che avevo cominciato
magari senza accorgermi;
le lettere d’amore
che avevo immaginato,
ma mi facevan ridere
magari fossi in tempo
per potertele scrivere…
Ciao da Tony Kospan
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NOTE ED ATMOSFERE DI UN TEMPO
LA SIGNORA DI TRENT’ANNI FA
a cura di Tony Kospan
E’ una canzone dal tipico stile italiano…
all’epoca… siamo nel 1951… in competizione…
con lo stile americano che sta invadendo il mondo…
Quel che accadeva nel dopoguerra viene oggi considerato
“tentativo di protezione” della musica leggera italiana.
Nasce infatti quell’anno Sanremo…
Ora alcune immagini che ci riportano a quell’anno…

Composta da Leoni e Natoli
fu cantata da Togliani… da Villa… da Tajoli da Virgili e da tanti altri
Si tratta di una canzone dolce… romantica e malinconica…
L’autore ricorda i tempi belli della gioventù… e precisamente
un’incontro con una bella signora nel 1919.
Ascoltiamola ora cantata da
Achille Togliani
con la possibilità anche di leggere il testo…
e se vogliamo cantata da Virgili in questo video
Vivere il web… come in un club… un salotto tra amici?
Parliamo d’arte poesia, musica, riflessioni,
buonumore, test… etc…
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L’originalissimo artista milanese che creava
i suoi ritratti con frutta, fiori, rami, conchiglie e pesci
e che pur con pochissimi e notissimi dipinti
è uno dei più noti della storia dell’arte
OVVERO
(Arcimboldo… Milano, 1527 – Milano, 11 luglio 1593)
IL GENIO DELLA MERAVIGLIA
Flora
BREVE BIOGRAFIA
Arcimboldo nacque a Milano nel 1527
Il padre Biagio Arcimboldo o Arcimboldi era pittore presso il Duomo di Milano.
E’ ancora un problema irrisolto la versione corretta del nome dato che lo stesso Giuseppe
si firmava in modo diverso di volta in volta.
L’origine del nome è alemanna e la storia del casato risale ai tempi di Carlo Magno
al cui seguito c’era un nobiluomo d’origine alemanna Saitfrid Arcimboldi.
Il precoce contatto di Giuseppe con l’arte e la letteratura fu favorito dall’amicizia del padre
con Bernardino Luini allievo di Leonardo da Vinci anche se non è documentato un contatto diretto con i due artisti.
In ogni modo grazie al Luini Arcimboldo ebbe l’opportunità di venire in possesso degli appunti e dei quaderni con gli schizzi di Leonardo.
Arcimboldo coltivò contatti anche con filosofi e altri scienziati dell’epoca e debuttò come pittore nel 1549 a soli 22 anni come aiutante del padre presso il Duomo di Milano per alcuni disegni per le vetrate.
Molti lo conoscono per le sue raffigurazioni di volti formati dagli oggetti più disparati come animali piante libri e altro ma presso la corte dell’imperatore Ferdinando I d’Austria dove visse per ben 25 anni fu molto ben veduto e ben pagato anche per molte sue altre invenzioni come giostre giochi e decorazioni per matrimoni e altre feste
Morì nel 1593 a Milano.
ALCUNE TRA LE OPERE PIU’ NOTE
Come si vede sono in serie…
LE 4 STAGIONI

L’autunno
L’inverno

La primavera
L’estate
I 4 ELEMENTI

Aria (1566)

Fuoco (1566)

Terra (1570)

Acqua (1566)
UN’ANALISI DELLA SUA OPERA
Grazie a pochissimi quadri conosciuti da tutti, soprattutto attraverso ogni sorta di riproduzioni e rielaborazioni utilizzate nei contesti più diversi compresa la pubblicità, Arcimboldo è oggi sicuramente uno degli artisti più famosi della storia dell’arte.
L’aggettivo «arcimboldesco» è diventato sinonimo di bizzarro, stravagante, eccentrico, fantastico, sorprendente, immaginifico, surreale.
Il «segreto» dello straordinario successo delle sue composizioni antropomorfe che appaiono come dei complicati puzzle (fatti di frutta, verdure, fiori, uccelli, pesci, conchiglie, o oggetti vari) sta nell’ambiguo e affascinante scarto, facilmente decodificabile con un po’ d’attenzione a una lettura immediata, fra l’osservazione dei particolari e dell’insieme unitario.
Tutto dipende dalla distanza da cui si osservano queste opere.

Bibliotecario

I vegetali
A uno sguardo ravvicinato si è colpiti dalla brulicante e formicolante presenza di innumerevoli elementi dipinti con estrema precisione naturalistica, mentre da una prospettiva più distante il tutto si ricompatta per formare l’immagine strana ma assolutamente verosimigliante di teste (o più precisamente di mezzi busti) anche con accentuate connotazioni espressive, sia pure al limite del grottesco.
L’effetto paradossale e ambivalente (percettivamente reversibile) mette in gioco nel modo più spettacolare e intrigante, all’interno stesso del dipinto, una dialettica fra realtà e rappresentazione, fra mimesi e apparenza illusoria.

Il Giurista

Rodolfo II in veste di Vertunno
A questo livello di fruizione della «magia» della pittura si ferma lo sguardo del grande pubblico, poco interessato, per lo più, a interpretazioni più complesse di ordine simbolico e allegorico legato al contesto storico culturale dell’epoca dell’artista.
In ogni caso si tratta di qualcosa di fondamentale, e perciò sempre attuale.
L’analisi dell’attualità dell’«Effetto Arcimboldo» che continua giustamente ad avere un enorme successo documenta l’influenza dell’opera dell’artista sulle generazioni seguenti, ma soprattutto sull’arte d’avanguardia ed in particolare su quella dadaista e surrealista.
Francesco Poli

Eva e la mela
dal web – impaginazione e rielaborazione by Tony Kospan
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