|
Archivio per 16 settembre 2010
FELICE ULTIMO WEEK END ESTIVO… IN POESIA E MUSICA… Leave a comment
VIENI STANOTTE – STORNI – BUONANOTTE IN MINIPOESIA Leave a comment

VIENI STANOTTE
Storni Alfonsina*
Storni Alfonsina*
Vieni stanotte, amato; ho il mondo
tutto sul cuore mio… la vita erompe…
Vieni stanotte, amato; ho paura
della mia anima.
Non posso pianger! Dammi le tue mani
e vedrai come l’anima si lascia
andar placidamente e come cade
in una lacrima.
tutto sul cuore mio… la vita erompe…
Vieni stanotte, amato; ho paura
della mia anima.
Non posso pianger! Dammi le tue mani
e vedrai come l’anima si lascia
andar placidamente e come cade
in una lacrima.
*
Poetessa argentina 1892-1938

by Tony Kospan
IL RAGAZZO ED I CHIODI – RACCONTINO DI SAGGEZZA… Leave a comment

IL RAGAZZO ED I CHIODI
(forse lo conoscete ma forse è bello ed utile rileggerlo)
RACCONTINO DI SAGGEZZA…
![Immagine ridotta [Gif-Animate-Frecce (39).gif - 0kB]](https://i0.wp.com/digilander.libero.it/netnick/Gif-Animate-Frecce/Gif-Animate-Frecce (39).gif)
C’era una volta un ragazzo con un pessimo carattere.
Suo padre gli dà un sacchetto pieno di chiodi e gli dice di piantarne uno nella palizzata del giardino ogni volta he perde la pazienza o che bisticcia con qualcuno.
Il primo giorno ne pianta 37 nella palizzata del giardino.
Le settimane seguenti, impara a controllarsi e i numeri dei chiodi piantati diminuisce di giorno in giorno; scopre che è più facile imparare a controllarsi che piantare i chiodi.
Finalmente, arriva il giorno in cui il ragazzo non pianta nessun chiodo nella palizzata.
Allova va dal padre e gli dice che oggi non ha avuto bisogno di piantare nessun chiodo.
Suo padre allora gli dice di levare un chiodo dalla palizzata per ogni giorno che riesce a non perdere la pazienza.
I giorni passano e finalmente il ragazzo può dire al padre che ha levato tutti i chiodi dalla palizzata.
Il padre conduce il figlio davanti alla palizzata e gli dice: "Figiolo, ti sei comportato bene ma guarda quanti buchi hai lasciato nella palizzata: non sarà mai come prima.
Quando litighi con qualcuno e gli dici cose cattive, gli lasci delle ferite come queste.
Puoi infilzare un uomo con un coltello, e poi toglierlo, ma lascerai sempe una ferita.
Poco importa quante volte ti scuserai, la ferita rimarrà.
Una ferita verbale fà altrettanto male di una fisica.
Gli amici sono dei gioielli rari, ti fanno sorridere e ti incoraggiano.
Sono pronti ad ascoltarti quando hai bisogno, ti sostengono e ti aprono il cuore.
Mostra ai tuoi amici quanto li ami".
Dal web – Impag. T.K.
Un atteggiamento positivo e non aggressivo verso gli altri
fa bene agli altri ma ancor di più a te stesso (T.K.)
CIAO DA ORSO TONY





SE AMI LEGGER O SCRIVER POESIE…
O APPROFONDIRNE I TANTI ASPETTI…
RAGGIUNGICI NEL GRUPPO DI FACEBOOK…

TI ASPETTIAMO
TONY KOSPAN
PERCHE’ IN ALCUNE SPECIE LE FEMMINE MANGIANO I MASCHI? Leave a comment
Le possibili spiegazioni a un istinto singolare.
L’amore mette… appetito…
Perché in alcune specie le femmine mangiano i loro maschi?
Una carrellata sulle teorie più accreditate sul cannibalismo sessuale.

mantide religiosa
STATI UNITI – «Ti mangerei di baci!», oppure, ti mangerei tutto!»: non è insolito che chi si vuol bene si scambi questo genere di effusioni, rivelatrici – si dice – di un desiderio di possesso totale dell’altra persona, di un amore talmente appassionato (quello tra innamorati, ma anche quello tra madre e figlio) che l’unico modo per appagare tale pulsione sarebbe quello di far entrare l’amato (o l’amata) dentro di sé, attraverso la bocca, appunto. C’è chi pensa si tratti di un primitivo istinto cannibale residuo, lasciatoci in eredità dai primi essere umani, e Freud probabilmente ricondurrebbe questi atteggiamenti al rapporto tra la madre e il suo bambino, alla cosiddetta «fase orale» in cui il piccolo succhia il seno della mamma. Nel mondo animale, però, le cose stanno forse un po’ diversamente, e gli scienziati sono da sempre affascinati e incuriositi dalle forme di cannibalismo vero e proprio che caratterizzano certe specie.
AMORE E MORTE – Si pensi, per esempio, al triste rituale d’amore tra la mantide religiosa e il suo compagno: quando arriva la stagione dei corteggiamenti il maschio si fa bello per farsi notare dalla femmina, e quando riesce finalmente ad avvicinarla le sale sul dorso e comincia così l’accoppiamento. Ma, prima ancora che tutto finisca, la vera «serial killer» del regno animale decapita lo sfortunato compagno, dopodiché lo divora, avanzando solo le ali. Elegante e spietata, nell’antichità la mantide era per questo considerata portatrice di cattiva sorte e disgrazie. Ma per alcuni studiosi si tratta semplicemente di un insetto carnivoro, talmente vorace da non saper resistere a uno spuntino dopo l’amore: proprio l’eccessiva voracità femminile sarebbe infatti alla base di alcune forme di cannibalismo sessuale che caratterizzano, tra l’altro, anche certe specie di ragni e di insetti. Un’altra corrente di pensiero chiama invece in causa l’istinto di preservazione della specie: secondo questa teoria, l’aggressività – spesso fatale – delle femmine nei confronti dei maschi avrebbe lo scopo di selezionare il padre migliore (il più forte) per i propri figli.
VARIE TEORIE – Entrambe le teorie potrebbero essere giuste, e – come ha spiegato il professor Mark Elgar della University of Melbourne – ci sono molte altre spiegazioni al cannibalismo sessuale tra gli animali. Si pensa ad esempio che in alcuni casi il maschio si sacrifichi proprio per i propri pargoli: il suo corpo serve da nutrimento per la madre, che potrà così mettere al mondo i suoi piccoli, assicurando quindi continuità al patrimonio genetico del padre. E sempre la salvaguardia del proprio gene fa sì che il maschio di una particolare specie di ragno muoia subito dopo l’accoppiamento, lasciando però il proprio organo sessuale all’interno di quello della femmina, impedendo così che altri maschi possano deporre il proprio seme dentro di lei. In altri casi, invece, è assai probabile che la femmina uccida il compagno semplicemente perché lo scambia per una preda qualsiasi. Per errore, insomma, mica per cattiveria…
![]() Alessandra Carboni – corriere.it – impaginazione dell’Orso
CIAO DA TONY KOSPAN
IL SALOTTO DI SOGNO DI FACEBOOK? E’…
![]() UNO SPAZIO VIRTUALE COMUNE D’ARTE POESIA MUSICA RACCONTI
SOGNI RICORDI BUONUMORE RIFLESSIONI SCIENZE GIOCHI… ETC…
TI ASPETTIAMO
CIAO DA TONY KOSPAN
|
DAI TELEFONI BIANCHI A VILLA ARZILLA – CIAO… CATERINA BORATTO… Leave a comment
CATERINA BORATTO…

DAI TELEFONI BIANCHI A VILLA ARZILLA
BELLEZZA… CINEMA E… STORIA…
– Durante la guerra perse il fidanzato e 2 fratelli –

Moltissimi non sapranno nemmeno di chi parlerò… eppure Caterina Boratto,
che ieri ci ha lasciati a 95 anni,
è stata una delle più belle ed affascinanti donne del nostro Cinema…
e grande diva negli anni 30… all’epoca dei… "telefoni bianchi".

Era nata a Torino il 15 marzo 1915… e lì già giovanissima, al liceo musicale,
si fece subito notare per le innate doti di fascino e classe…
Su segnalazione dell’attrice Evelina Paoli, nel 1937, le fu assegnata la parte principale nel film VIVERE..
dove recitava il celebre tenore Tito Schipa… entrando dunque nel mondo della celluloide dalla porta principale…
Scoppiò lì sul set… tra lei e Schipa… subito il classico… colpo di fulmine… ed ebbero una storia d’amore…
Nel ’38 recitò in "Chi è più felice di me?" sempre con Tito Schipa e la stessa regia di Brignone…
e poi in "Hanno rapito un uomo" con Vittorio de Sica.

Tito Schipa
Il successo di "Vivere" la rese famosa anche in America e nel 1939 fu scritturata dalla famosissima casa di produzione cinematografica Metro Goldwyn Mayer. Lì fu subito amata ed ammirata…
ma ormai sopraggiungevano gli anni della guerra che la costrinsero a tornare in Italia…
senza nemmeno riuscire a partecipare ad un film…
Tornata a Torino sotto i bombardamenti iniziò, in quegli anni drammatici, una bella storia d’amore
con il conte Guidi di Romena che però mori poco dopo in un incidente d’aereo.

Visse quindi davvero momenti difficili e le furono vicini soprattutto Vittorio De Sica e Giuditta Rissone. Le cose migliorarono con la chiamata a recitare nel 1942 in alcuni film di genere melò (melodrammatici) dove il mattattore era Amedeo Nazzari con cui ebbe una breve storia e soprattutto con la partecipazione al film "Campo de’ Fiori" (1943). Qui ebbe rapporti difficili con Anna Magnani e conobbe Aldo Fabrizi, Peppino De Filippo ed il regista Mario Bonnard.

Amedeo Nazzari
Giungiamo agli ultimi anni di guerra e di nuovo il dramma la colpisce duramente… perdendo 2 fratelli… uno caduto da partigiano e l’altro martire di Cefalonia quando si rifiutò, con tutti gli ufficiali e soldati italiani presenti sull’isola greca…, di continuare la guerra (che per l’Italia era terminata) accanto ai tedeschi.
Un pò di sollievo le giunse dall’ospitalità offertale nella clinica di lusso torinese "Sanatrix" .
Lì conobbe il proprietario Armando Ceratto che sposò.
Il dopoguerra la vede al centro di alterne vicende personali… belle come la nascita della figlia Marina… ma anche brutte come il fallimento del marito.

Una ripresa vera e propria in campo artistico avviene grazie alla chiamata di Fellini in Otto e mezzo (1963) e Giulietta degli spiriti (1965). .. ed altre importanti partecipazioni come "Io, io, io… e gli altri " (1965) di Alessandro Blasetti con Franca Valeri, "Ardenne ’44: un inferno" (Castle Keep) (1969) di Sydney Pollack e il controverso "Sal" o le "120 giornate di Sodoma" (1975) di Pier Paolo Pasolini.
Neglio anni successivi sembra ormai finita la sua carriera d’artista ma negli anni anni 90 eccola tornare in auge con il divertente serial televisivo "Villa Arzilla".

La sua vita appare densa di gioie e dolori… ma ha certamente lasciato un segno nella storia del cinema.
Apparentemente altera e distaccata, ma in realtà timida, ribelle e sognante aveva una bellezza altera e un po’ malinconica, aristocratica… "statuaria" come possiamo vedere ammirandola nelle foto … e nel video tributo…
Ciao Caterina…
che ti sia lieve la terra…

Tony Kospan
Tutti i diritti riservati – Tony Kospan
FELICE GIOVEDI’ IN POESIA E MUSICA… Leave a comment
|