Tra le opere eseguite in Polinesia, come “Fatata te mouà” o “Ai piedi della montagna”del 1892, tutto il mistero si concentra nella corsa sfrenata di un cavaliere
sulla sinistra del quadro e la minaccia che incombe con le nuvole sullo sfondo.
Fatata te mouà o ai piedi della montagna
Le opere polinesiane di Gauguin sembrano intrattenere un rapporto
con la composizione dell’arte occidentale
I maiali neri
Ricordiamo la “Conversazione” del 1892
Tra le opere che incantano il “Povero pescatore” del 1896.
Il povero pescatore
Quest’ultimo dipinto propone uno straordinario momento di riflessione presupponendo la silenziosa contemplazione di un’età dell’oro ritrovata.
Testa con le corna
L’interesse di Paul Gauguin per la cultura polinesiana si delinea attraverso la sua immensa produzione pittorica, grafica e scultorea nella quale ha affrontato temi del quotidiano, rituali religiosi, la bellezza e il costume locale. Tra le sculture segnaliamo la dolcissima “Maschera di Tehamana” e la “Testa con le corna” del 1897 che sorprende per la sua incredibile modernità. Le sculture di Gauguin preannunciano l’africanismo del primo Novecento che portò agli sviluppi del cubismo.
Notte di Natale
La posa del soggetto nel primo dipinto, come l’atto sociale del conversare ripreso nel secondo, esprimono la rilettura dell’artista francese occidentale della terra nuova e selvaggia, ma il forte richiamo all’artigianato coloniale nella stilizzazione delle figure fa sì che quei soggetti siano gli unici protagonisti di una terra “di mito e di sogno”.
La stessa agognata terra dove Gauguin troverà una solitaria morte, debilitato nel corpo e fiaccato nello spirito.
DA VARI SITI WEB…
– RICERCHE – LIBERO DATTAMENTO ED IMPAGINAZIONE T.K. … –
“Cio’ che per il bruco è la fine del mondo per il resto del mondo è una bella farfalla” Lao-Tzu
LA FILOSOFIA DELL’AMORE Percy Bysshe Shelley
Le fonti si confondono col fiume i fiumi con l’Oceano i venti del Cielo sempre in dolci moti si uniscono niente al mondo è celibe e tutto per divina legge in una forza si incontra e si confonde. Perché non io con te?
Vedi che le montagne baciano l’alto del Cielo, e che le onde una per una si abbracciano. Nessun fiore-sorella vivrebbe più ritroso verso il fratello-fiore. E il chiarore del sole abbraccia la terra e i raggi della Luna baciano il mare. Per che cosa tutto questo lavoro tenero se tu non vuoi baciarmi?
La storia letteraria dei popoli egizi riflette la complessità di uno sviluppo storico caratterizzato da continuità culturali ma anche da cesure, riprese, periodi di ricchezza e vigore e periodi di regresso e decadenza. E’ un processo che ha radici antichissime: gli egizi sono tra i popoli di cui sappiamo di più , per cui riusciamo ad “arrivare” più indietro nel tempo. E anche per la sua posizione geografica è stata una cultura di cui i popoli europei hanno conosciuto nei suoi elementi principale, anche se non sappiamo esattamente quanto ne siano stati influenzati.
Sinteticamente, per quanto riguarda i prodotti letterari di questi popoli nelle epoche precedenti le prime testimonianze letterarie conosciute dei popoli europei, si distinguono cinque periodi.
Al periodo 2778/2250 (-) circa appartengono testi delle piramidi e delle mastaba. I “Testi delle piramidi” sono iscrizioni funerarie: inni, rituali, frasi magiche, testi religiosi scolpite in geroglifico sulle pareti della camera sepolcrale dei sovrani della V dinastia (secolo XXV-) e di re e regine successive. I testi furono scoperti a Saqqarah da *A. Mariette nel 1880-1+ e pubblicati per la prima volta da *G. Masp챕 ro nel 1894+. Si tratta di pi첫 di 700 formule. Dovevano servire per aiutare il sovrano a superare gli ostacoli nel suo viaggio verso il cielo per essere assunto tra gli dei. I mastaba erano tumuli bassi, con due stele e una camera per le offerte, in cui erano sepolti personaggi illustri e nobili. Vi sono testi che esplicitano quanto 챔 raffigurato sulle pareti, ma anche testi biografici ( l’autobiografia di Uni). A questo periodo appartengono raccolte sapienziali di detti di saggi: di Imhotep e Hardedef, di Ptahotep, uno attribuito al figlio del faraone Cheope.
MERIKARA
Nel 2250/2160 (-) circa, un periodo di crisi caratterizzato da profondi mutamenti sociali. Nelle Ammonizioni di un saggio il principe Ipu con passione rimpiange il passato e descrive incisivamente il presente. Nel Dialogo di un disperato con la sua anima un saggio discute dell’inutilità di restare in vita in un mondo triste e duro. Nel Canto dell’arpista le traversie della vita fanno parte delle leggi naturali per cui è inutile rimpiangere il passato e non si deve disperare del presente. L’Insegnamento per Merikara presenta il sovrano nelle sue qualità umane e approfondisce il senso del divino. L’Oasita eloquente è la storia di un contadino defraudato da un funzionario che chiede giustizia a un alto dignitario della corte e viene posto nell’ufficio del funzionario che lo aveva defraudato.
SCRIBA
Nel 2160/1580 (-) due generi letterari: politico e narrativo. Significativo l’elegante testo ‘profetico’ di Neferty per l’avvento al trono di Amenemhet I fondatore della XII dinastia. Kethy 챔 autore dell’Insegnamento di Amenemhet I al figlio Sesostri I imperniato sul concetto amaro che chi fa del bene non raccoglie bene, e della Satira dei mestieri, elogio della carriera di scriba e satira delle altre professioni. Testo narrativo è Avventure di Sinuhe, divenuto poi un classico nelle scuole egizie. E’ stato rinvenuto in vari papiri. Dopo la morte misteriosa di Amenemhet I (20001970-), Sinuhe fugge, visita i paesi dell’Asia vicina. Si stabilisce nel paese di Retenu (Siria), diventa un ricco capo tribù amato e stimato da tutti, ma diventato vecchio la nostalgia della sua terra e il desiderio di conquistare il favore del nuovo sovrano Sesostri I (figlio e successore di Amenemhet I) lo spingono a tornare in Egitto. Accolto con grandi onori dal faraone, Sinuhe attende serenamente la morte. Il racconto, svolto sotto la forma di un’epigrafe autobiografica in cui Sinuhe parla in prima persona, era considerato presso gli antichi egizi capolavoro della narrativa antica per vivacità descrittiva e eleganza di stile. Simile è il Racconto di un naufrago. I Racconti del papiro Westcar 챔 una raccolta di storie meravigliose del passato, narrate a turno da principi, alla presenza del faraone Cheope.
INNO AL SOLE
Nel 1580/1320 (-) il periodo dei faraoni liberatori del delta del Nilo dagli asiatici e conquistatori: Ahmose, Tutmosi I, Tutmosi III, Tutankhamon. Anche in letteratura è un periodo di splendore. Alla letteratura di corte appartiene il racconto della concezione divina della regina Hatshepsut, la narrazione dell’impresa di Tutmosi III a Meghiddo. Alla produzione religiosa l’ “istruzione” al sommo sacerdote di Ptahotep, l’Inno al sole, il grande Inno al dio Amon, e il celebre Inno ad Aton dio solare. Di carattere morale è l’Insegnamento di Any.
A partire dal XVI secolo (-) e cioè dalla 18° dinastia, cominciarono a essere deposti nelle tombe, appoggiato al sarcofago oppure meso tra le bende che avvolgevano il morto delle formule magico-funerarie su papiro. Convenzionalmente si dà il nome di “Libro dei morti” a queste iscrizioni, ma gli egizi le chiamavano Libro dell’uscire alla luce. Destinate a assicurare un aldilà senza incertezze, i manoscritti del “libro” furono scritti prima in geroglifico corsivo, poi in ieratico (dalla 21° dinastia), poi in demotico. Ne sono pervenuti in gran numero, per lo più illustrati con vignette, vere e proprie miniature. I temi erano incentrati sul mito di Osiri signore dell’oltretomba, sul giudizio del defunto (psicostasia) e sulla esistenza dopo la morte. L’esemplare più antico del “Libro dei morti” è il Papiro di Torino, di epoca tolemaica. Suddiviso in 165 formule. E’ stato edito da K.R. Lepsius (1842+).
Nel 1320/950 (-), l’inserimento della borghesia mercantile e artigiana in posti di responsabilità, la diffusione della cultura media con la formazione di un gran numero di funzionari, i maggiori contatti con le culture asiatiche produce nuovi generi letterari e forme espressive. La lingua usata aveva conservato lo stesso tipo di struttura morfologica: ora muta sotto l’influsso del parlato. A proposito di questa lingua nuova e di questa nuova letteratura si parla di neoegizio. Tra i testi di questo periodo sono Il racconto dei due fratelli e La disputa tra Horo e Seth aspiranti all’eredità del defunto Osiri. E una vasta produzione letteraria di carattere amoroso, idillica, sensuale, erotica.
Tre giorni fa ho dovuto soggiornare in un albergo, per questioni di lavoro, e cominciando a sentirmi un pochino sola, e con una sensazione di libertà che mai avevo provato prima, decisi di chiamare una di queste “agenzie di accompagnatori”, di quelle che trovi tra le informazioni che ti distribuiscono all’aeroporto, e che sono soprattutto rivolte agli uomini.
Tra le varie proposte mi soffermo su una che offriva letteralmente un servizio “maschile” e in particolare vengo attratta da un’agenzia che si chiama “Ferotico”.
Dopo aver analizzato con attenzione la fotografia, prendo la decisione di chiamarlo…
e che cavolo…
Con la brochure tra le mani, che tremavano e sudavano per l’aspettativa, prendo il telefono e compongo il numero indicato.
– Si, mi dica!? – rispose una voce sensuale.
Io tutta d’un fiato per superare la timidezza:
– Salve! Vedo che si occupa di massaggi, ma la verità è che ho bisogno che venga nella mia stanza urgentemente… No, aspetti, la verità è… che quello che proprio desidero è sesso! Ho voglia di una lunga sessione di sesso, però, si! Sto parlando seriamente, voglio che duri tutta la notte e sono disposta a “partecipare” a varie attività e cose atipiche… se solo avessero un nome che si possa pronunciare, beh… desidero farlo!!! Porti tutto il campionario di accessori e giochini vari per assicurarsi di tenermi sveglia tutta la notte! Voglio che mi immobilizzi e che mi ricopra il corpo con tutto quello che le pare, per poi pulirsi l’uno con l’altro… con la lingua… o con quello che capita!
Che gliene pare?
Lui un po’ esitante:
– Beh! Sinceramente mi pare fantastico… però, signora, per fare chiamate esterne,
E’ impossibile starnutire con gli occhi aperti (… ci state provando?!)
L’unico alimento che non si deteriora è il miele.
Il “Quac, Quac” delle oche non dà eco (non si sa perché).
Lo scarafaggio può vivere nove giorni anche se privato della testa, dopodiché … muore di … fame.
Un coccodrillo non può tirare fuori la lingua.
Il cuore di un gamberetto è… nella testa.
La formica può sollevare pesi pari a 50 volte quello del suo corpo, e spingere oggetti 30 volte più pesanti di lei e cade sempre sul fianco destro quando è inebriata.
Una pulce può saltare una distanza pari a 350 volte la lunghezza del suo corpo.
L’accendino è stato inventato prima dei fiammiferi.
Come le impronte digitali, l’impronta della lingua è diversa per ogni uomo.
Nel Vangelo di San Matteo si legge “E’ più facile che un cammello passi dalla cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei Cieli”. In realtà San Gerolamo, che tradusse dal greco al latino il testo, interpretò la parola “kamelos” come “cammello”, mentre l’esatto significato è “grossa fune utilizzata per l’attracco delle navi”. Il senso della frase resta sostanzialmente lo stesso, ma acquista molta più coerenza. A parte ciò, si spiega perché gli scaricatori del porto di Genova si chiamano “CAMALLI”.
Per legge, le strade interstatali degli Stati Uniti hanno almeno un miglio rettilineo ogni 5. Questi rettilinei possono essere utili come piste di atterraggio in casi di emergenza o in guerra.
Il nome “Jeep” deriva dall’abbreviazione, in uso nell’esercito americano, dell’espressione “General Purpose”, ovvero “GP”.
Circa 4.000 anni fa, in Babilonia, c’era l’usanza per cui, per un intero mese dopo il matrimonio, il padre della sposa forniva al genero tutto l’idromele che egli riusciva a bere. Essendo l’idromele una bevanda ricavata dal miele ed essendo a quei tempi il calendario basato sulle fasi lunari, quel periodo fu denominato mese di miele o “luna di miele“.
Nell’antica Inghilterra non si poteva fare sesso senza l’autorizzazione del Re (erano esclusi i membri – notare il termine molto opportuno – della casa reale). Quando si desiderava avere un bambino si doveva chiedere il consenso del Re che consegnava agli interessati un cartellone da affiggere alla porta di casa durante la pratica del sesso. Sul cartellone era scritto: “F.U.C.K.” (Fornication Under Consent of the King).
In Scozia, quando inventarono un nuovo gioco solo per uomini, lo chiamarono “Gentlemen Only Ladies Forbidden” da cui, più semplicemente, G.O.L.F.
La luna generosa proietta la sua luce su ogni abitazione e una dolce brezza avvolge ogni dimora.Dipende da noi se riceverla come brezza o come vento gelido e impetuoso;
il problema però non è il vento in sé bensì chi esso incontra sul suo cammino.
Qualcuno mi ha detto che il vento freddo viene chiamato”vento celeste”.Secoli fa, durante la dinastia Tang, quando il monaco cinese Chau-chau chiese al suo maestro zen Nan-ch’uan se fosse possibile trovare la Via, Nan-ch’uan rispose:
“Se miri ad essa ti sfuggirà.”
Ciò che definiamo Paradiso, felicità, Dharma o Nirvàna, non deve essere cercato fuori di noi, perchè ognuno di noi l’ha già dentro.
Basta essere consapevoli del fatto che ne siamo naturalmente dotati.