
ad Anita che si svegliava,
prima di addormentarsi pensava
ad Anita che si addormentava
e ad ogni passo vedeva
Anita che camminava,
si fermava, girava per casa
e quell’immagine dava un peso,
un senso al suo tempo.






![Immagine ridotta [Gif-Animate-Frecce (39).gif - 0kB]](https://i0.wp.com/digilander.libero.it/netnick/Gif-Animate-Frecce/Gif-Animate-Frecce (39).gif)

LA CACCIA PER GLI INDIANI D’AMERICA
La selvaggina cacciata differiva dall’ambiente e dalle latitudini. Nella zona del nord est era composta da alci, caribù – nelle parti più settentrionali – cervi, castori, procioni, scoiattoli, topi muschiati, moffette, orsi e bisonti delle foreste. Nel sud est bisonti, orsi, tacchini e una grande varietà di uccelli selvatici finivano nelle pentole degli indiani, assieme anche a numerose tipologie di pesci. Nelle pianure, invece, la selvaggina più importante era il bisonte, presente in decine di milioni di esemplari; gli intrepidi cavalieri delle praterie, che ebbero il cavallo solo verso la fine del 1600, e che fino ad allora avevano cacciato il grande animale a piedi, a volte facendo precipitare grandi mandrie in profondi burroni, non disdegnavano neppure le antilopi, i grandi alci americani presenti nelle verdi vallate dei fiumi, e gli orsi, cacciati solitamente da individui isolati.
Negli aridi territori del Grande Bacino si cacciava il cervo, l’antilope e la lepre nord americana (jackrabbit), e molti altri animali di piccola taglia come moffette, pecari dal collare, serpenti e lucertole. Nel sud ovest degli odierni Stati Uniti, gli animali preferiti dai cacciatori indiani erano il cervo, l’antilope, il coniglio, il tacchino e nelle zone marginali orientali ancora il bisonte. Nei grandi altipiani del nord ovest, prima dell’arrivo dell’uomo bianco si cacciava il bisonte, presente sporadicamente ma in grande numero nelle valli; l’alce americano, le antilocapre, le capre di montagna, il grizzly, i castori, i lupi, le lepri e molti altri piccoli mammiferi, oltre a innumerevoli razze di volatili. Infine, gli ingegnosi cacciatori-raccoglitori della California e delle alte sierras cacciavano cervi, conigli, quaglie e altri volatili, mentre più a nord i popoli del totem cacciavano balene, leoni marini, foche, focene e lontre marine dalla preziosa pelliccia, spingendosi sin nel mezzo dell’oceano Pacifico.
Per i nativi la terra e tutti i suoi doni, animali, minerali e vegetali, non erano soggetti ad una proprietà univoca ma erano essenzialmente di utilizzo comune. Naturalmente esistevano diritti di caccia delle rispettive tribù e nazioni in un dato territorio; e anche diritti di bande e clan sul territorio di una stessa tribù: ma la terra non appartenne mai, se non in tarda epoca, a singoli individui. Quando l’accerchiamento dei bianchi cominciò a ridurre i territori indiani, anche la selvaggina cominciò a sparire e la distruzione della fauna americana raggiunse vertici impensabili e catastrofici. I bianchi alterarono completamente la cultura nativa e la caccia, attività predominante per centinaia di nazioni, fu la prima a mutare. Prima dell’arrivo dei bianchi i cacciatori indiani utilizzavano armi primitive e cacciavano essenzialmente per nutrirsi e vestirsi. Con l’arrivo dei mercanti bianchi l’equilibrio si spezzò e gli indiani cominciarono a cacciare per scambiare pelli con i manufatti europei, soprattutto armi e attrezzature per la caccia, in una spirale sempre più distruttiva per la selvaggina. Inoltre, sin dai primi anni della conquista europea quasi ovunque, tranne che nelle aree più marginali, cominciarono a scomparire anche le ritualità ancestrali e sacre con le quali si erano avvolte le procedure e le tecniche della caccia.
I cacciatori indiani, per l’attività venatoria, usarono nella loro storia una pletora di armi e utensili, che variarono secondo la situazione culturale delle rispettive tribù e la relativa diffusione spazio temporale. L’arco, ad esempio, un’arma che in epoca storica era utilizzata praticamente da tutti gli indiani, penetrò nel nord America molto lentamente, in un arco di tempo che va pressappoco dal 3000 A. C. all’800 della nostra era; penetrò negli odierni Stati Uniti dal Canada intorno al 500/600 dopo Cristo e si diffuse nel continente nord americano da nord a sud soppiantando per la caccia e la guerra l’atlatl, il micidiale lanciatore di derivazione meridionale.
Un uomo parlava con il Signore riguardo a paradiso e inferno.
Il Signore disse all'uomo:
“Vieni, ti mostrerò l'inferno”…
Entrarono in una stanza in cui un gruppo di persone sedeva attorno ad una grande pentola di stufato.
Tutti erano denutriti, disperati e affamati.
Ognuno teneva in mano un cucchiaio che raggiungeva la pentola, ma il cucchiaio aveva un manico tanto più lungo delle loro braccia che non poteva essere usato per portare alla bocca lo stufato. La sofferenza era terribile.
“Vieni, adesso ti faccio vedere il paradiso”, disse il Signore dopo un po'.
Entrarono in un'altra stanza, identica alla prima, tutto era uguale: la stessa pentola di stufato e gli stessi cucchiai a manico lungo.
Ma lì tutti erano felici e ben nutriti.
“Non capisco”, disse l'uomo.
“Perché sono felici qui se nell'altra stanza erano disperati e tutto era uguale?”
Il Signore sorrise. “Ah, è semplice”, disse.
Ciao da Tony Kospan
LA RELIGIONE DELL’AMORE
Se vi va poetete ascoltare nel leggerla… questa musica new age…
Tony Kospan
|