Archivio per 11 luglio 2009

LA CONFESSIONE NELL’ANTICO EGITTO   Leave a comment

LA CONFESSIONE NELL‘ANTICO EGITTO 
 
 
 
 
Molti non sanno che l’istituto della Confessione è davvero molto antico… 
molto più antico di quanto si possa pensare…
 
Tratteremo qui sulla base della documentazione archeologica a noi giunta…
il modo in cui l’istituto della Confessione giunse nell’antico Egitto
e la particolare forma che aveva presso di loro.
 
 
maatpap2.jpg image by Lestat1972
 
Un primo completo elenco di peccati o meglio ancora…
l’affermazione di non averli commessi si trova tra gli Egizi…
nel famoso Libro dei Morti.
 
Questo istituto però era già nella religione degli Ittiti
che ebbero frequenti rapporti pacifici e bellicosi con gli Egizi. 
 
Questi ultimi la fecero propria…
però alla fine la ridussero ad una formula per passare alla vita ultraterrena…
 
 
 
Nella religione Ittita invece il peccato per eccellenza,
anzi il "reato" data la sua punibilità,
era la trasgressione alle norme o agli ordini divini.
Al fine della ricerca dei peccati e per l’espiazione di eventuali trasgressioni,
essendo ciò di fondamentale importanza,
acquistò particolare rilievo dunque tra gli Ittiti l’istituto della confessione.
 
 
 
L’idea stessa del peccato fu personificata in un dio, Wastulassis,
che assieme ad altre divinità astratte quali Hantassas (equità)
e Istamanassas (esaudimento), a differenza degli altri dei che ordinavano il territorio,
regolavano i rapporti tra uomini e dei, e quindi il comportamento umano.

 

 
Gli Egizi quindi fecero loro questo istituto e ne fecero largo uso…
 
Ecco quindi il testo completo della formula che gli egizi recitavano…
e che portavano con sé nel sarcofago scritta su amuleti
(in genere lo scarabeo scacro…)
e spesso era inserita tra le bende della mummia…
 
 
  
La confessione presentava in sè, visti i peccati che l’anima negava d’aver commesso,
un alto carattere morale ma, in realtà, bastava saperla recitare a memoria o leggerla
dopo essersela scritta nella tomba, per essere sicuri di ricevere l’assoluzione
anche nel caso che si fossero commessi tutti i peccati nominati nel corso dell’atto di discolpa:
 

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Non ho detto il falso
Non ho commesso razzie
Non ho rubato
Non ho ucciso uomini
Non ho commesso slealtà
Non ho sottratto le offerte al dio
Non ho detto bugie
Non ho sottratto cibo
Non ho disonorato la mia reputazione
Non ho commesso trasgressioni
Non ho ucciso tori sacri
Non ho commesso spergiuro
Non ho rubato il pane
Non ho origliato
Non ho parlato male di altri
Non ho litigato se non per cose giuste
Non ho commesso atti omosessuali
Non ho avuto comportamenti riprovevoli
Non ho spaventato nessuno
Non ho ceduto all’ ira
Non sono stato sordo alle parole di verità
Non ho arrecato disturbo
Non ho compiuto inganni
Non ho avuto una condotta cattiva
Non mi sono accoppiato (con un ragazzo)
Non sono stato negligente
Non sono stato litigioso
Non sono stato esageratamente attivo
Non sono stato impaziente
Non ho commesso affronti contro l’immagine di un dio
Non ho mancato alla mia parola
Non ho commesso cose malvagie
Non ho avuto visioni di demoni
Non ho congiurato contro il re
Non ho proceduto a stento nell’acqua
Non ho alzato la voce
Non ho ingiuriato dio
Non ho avuto dei privilegi a mio vantaggio
Non sono ricco se non grazie a ciò che mi appartiene
Non ho bestemmiato il nome del dio della città.

 

   

Però anche tra i vivi si ha notizia di una confessione dello stesso genere
che veniva pronunciata dal sacerdote dopo l’apertura del naos, al mattino,
 
 
 
 
durante il culto divino quotidiano, nell’ora destinata all’adorazione del dio.
 
Questo era dunque l’istituto della Confessione nell’antico Egitto
prima della sua successiva profonda trasformazione avvenuta con il  Cristianesimo…
 
FINE
 
Notizie da vari siti web coordinate ed elaborate liberamente dall’Orso

Pubblicato 11 luglio 2009 da tonykospan21 in STORIA... IN SENSO AMPIO

IO NON SO…   Leave a comment

IO NON SO…


 

Io non so

se la voce degli uomini

può raggiungere il cielo,

io non so

se il Divino

sentirà la mia preghiera,

io non so

se ciò che chiedo

potrà essere esaudito,

io non so

se si può udire

la voce degli Antichi,

io non so

cosa ci porterà il futuro.

Spero soltanto che bene

e solo bene

 possa venire a noi.

 

 

      

 

dal web – impaginazione tony kospan

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

Pubblicato 11 luglio 2009 da tonykospan21 in PELLEROSSA NATIVI E ALTRE CULTURE

L’EROS IN POESIA… MA NON SOLO… IL TEMA DI TONY KOSPAN   1 comment

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Care amiche ed amici amanti come me della poesia eccoci anche stavolta con questo tradizionale appuntamento…
delle poesie domenicali a… tema…
 
Stavolta torniamo…, ad un tema… un pò… ma solo un pò… ehm ehm… piccante… l’EROS …
 

 

L’Eros… è naturalmente legato… legatissimo all’amore…
direi anzi che è un altro aspetto della stessa medaglia…
Non dimentichiamo che per gli antichi era una divinità… ed è un tema che è sempre  stato amatissimo dai poeti e dagli artisti nel corso dei millenni…
 

 
Non deve stupirci ciò perché anche l’Eros ha una sua profonda sacralità… che solo ad una visione superficiale non appare…
E’, a mio parere, una volta depurato dal puro istinto, un sublime fiore rivolto al cielo… generatore di vita ed espressione della natura… che insieme al vero amore ci fa assaporare…  il profumo dell’Infinito…
Queste le poesie da me prescelte in un amplissimo ventaglio… e come sempre mi farebbe piacere leggere poesie vostre o che piacciono a voi… 

 
EROS E’ L’ACQUA
Gioconda Belli (Nicaragua)
Tra le tue gambe
il mare mi mostra strane scogliere coralline
rocce superbe coralli magnifici
contro la mia grotta di conchiglia madreperlata
tu mollusco di sale segui la corrente
l’acqua scarsa scopre le pinne
mare nella notte con lune sommerse
il tuo ondeggiare brusco di polipo focoso
accelera le mie branchie il mio pulsare di spugna
i cavalli minuscoli fluttuanti tra gemiti
aggrovigliati in lunghi pistilli di medusa
Amore tra delfini
a balzi ti tuffi sul mio fianco leggero
ti accolgo in silenzio ti guardo tra bollicine
le tue risa cerco con la bocca spuma
leggerezza dall’acqua ossigeno dalla tua
vegetazione di clorofilla
Dagli occhi argentati
fluisce il lungo sguardo finale
ed emergiamo da corpo acquatico
siamo di nuovo carne
una donna e un uomo
tra le rocce.
 

 

FIESTA
Jacque Prévert 
E i bicchieri erano vuoti
e la bottiglia in pezzi
E il letto spalancato
e la porta sprangata
E tutte le stelle di vetro
della bellezza e della gioia
risplendevano nella polvere
della camera spazzata male
Ed io ubriaco morto
ero un fuoco di gioia
e tu ubriaca viva
nuda nelle mie braccia.
 
 

CANZONE CASTANA
Garcia Lorca
Mi perderei
nel tuo paese castano,
Maria del Carmen.
Mi perderei
nei tuoi occhi disabitati,
suonando la tastiera
della tua ineffabile bocca.
Nel tuo abbraccio perpetuo
sarebbe castano il vento
e avrebbe la brezza
il velluto del tuo volto.
Mi perderei
nei tuoi seni palpitanti,
nelle profonde oscurità
del tuo corpo soave.
Mi perderei
nel tuo paese castano,
Maria del Carmen.
 
 

L’UOMO CHE AMO
Paula Tavares
Il mio amato arriva
e mentre toglie i sandali di cuoio
marca col suo profumo
le frontiere della mia stanza.
Libera la mano
e crea navi senza destinazione
nel mio corpo.
Pianta alberi di linfa e foglie
Dorme sulla stanchezza
cullato dal breve momento della speranza
Mi porta delle arance.
Divide con me gli intervalli della vita.
Poi parte
Lascia doispersi come un sogno
i bei sandali di cuoio.
 

 

 LASCIAMI LIBERE LE MANI…
Pablo Neruda
Lasciami libere le mani
e il cuore, lasciami libero!
Lascia che le mie dita scorrano
per le strade del tuo corpo.
La passione – sangue, fuoco, baci –
m’accende con tremule fiammate.
Ahi, tu non sai cos’è questo!
È la tempesta dei miei sensi
che piega la selva
sensibile dei miei nervi.
È la carne che grida
con le sue lingue ardenti!
È l’incendio!
E tu sei qui, donna,
 come un legno intatto
ora che tutta la mia
 vita fatta cenere vola
verso il tuo corpo pieno,
 come la notte, d’astri!
Lasciami libere le mani
e il cuore, lasciami libero!
Io solo ti desidero,
 ti desidero solamente!
Non è amore, è desiderio
 che inaridisce e s’estingue,
è precipitare di furie,
avvicinarsi dell’impossibile,
ma ci sei tu,
ci sei tu per darmi tutto,
e per darmi ciò che possiedi
sei venuta sulla terra
– com’io son venuto –
 per contenerti,
desiderarti,
riceverti!
 

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CIAO DA TONY KOSPAN

 

BUON SABATO POMERIGGIO IN POESIA E MUSICA…   Leave a comment

 

 

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Il Cammino verso l’Infinito
 (Nicholas Bawtree)

Non avere paura del mio silenzio 
Non ti voglio mai rinchiudere 
In una gabbia di parole
Ma incontrarti ogni volta come per caso
E fare un po’ di strada insieme
Per condividere un sorso di vita
Con chi ha la borraccia più piena
E magari sederci sotto un albero
Ai bordi di quella che chiamano realtà
Sul nostro cammino verso l’Infinito.
 

 

 
BUON SABATO POMERIGGIO
E BUON WEEK END
DA TONY KOSPAN 
 

 

Pubblicato 11 luglio 2009 da tonykospan21 in SALUTI VARI

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