Archivio per febbraio 2009

DREAM LOVER – UN OMAGGIO ALE SIGNORE…   Leave a comment

 
 
CARE AMICHE HO TROVATO, O MEGLIO RITROVATO…
QUESTA PAGINA… MUSICALE…
CHE PENSO POSSA… PIACERVI… A bocca aperta Animoticon
 
 
 
 
 
 
 
 
DREAM LOVER
(AMANTE DI SOGNO) 
 
 
 
 
CIAO DA ORSO TONY
 
 
 

Pubblicato 25 febbraio 2009 da tonykospan21 in INTRATTENIM. UMORISMO

UN PENSIERO DI ORSO IN PIEDI   Leave a comment

 

UN PENSIERO DI ORSO IN PIEDI

 NotaONE OF THE WOOD (MUSICA INDIANA)Nota

I vecchi Dakota erano saggi…
Loro sapevano che il cuore di un essere umano
che si estranea dalla natura, s’indurisce;
loro sapevano che la mancanza di profondo rispetto
per gli esseri viventi e per tutto cio’ che cresce,
presto lascia morire anche il profondo rispetto per gli uomini.

Per questo motivo l’influsso della natura,
che rende i giovani capaci di sentimenti profondi,
era un importante elemento
della loro educazione.

Orso In Piedi


(mio antenato? A bocca aperta)

Pubblicato 25 febbraio 2009 da tonykospan21 in PELLEROSSA NATIVI E ALTRE CULTURE

STORIA DEL CARNEVALE   Leave a comment

STORIA DEL CARNEVALE
 
Le prime notizie sul Carnevale, all’inizio un vero e proprio rito religioso, risalgono ai tempi degli Egiziani. All’epoca dei faraoni, il popolo, mascherato, intonando inni e lodi, accompagnava una sfilata di buoi che venivano sacrificati in onore del dio Nilo. Se i Greci dedicavano il rito al dio del vino Dionisio, è soprattutto nel mondo romano e delle sue feste popolari, che possiamo ritrovare le origini del nostro carnevale.
I Romani si lasciavano prendere dall’euforia durante i Baccanali: festeggiamenti in onore del dio Bacco che si svolgevano lungo le strade della città e prevedevano l’uso di maschere, tra fiumi di vino e danze.
Famosa era anche la festa di Cerere e Proserpina, che si svolgeva di notte, in cui giovani e vecchi, nobili e plebei si univano nell’entusiasmo dei festeggiamenti.

In marzo e dicembre era poi la volta dei Saturnali, le feste sacre a Saturno, padre degli dei, che si svolgevano nell’arco di circa sette giorni durante i quali gli schiavi diventavano padroni e viceversa, dove il "Re della Festa", eletto dal popolo, organizzava i giochi nelle piazze, e dove negli spettacoli i gladiatori intrattenevano il pubblico.
 
Negli anni i Saturnali divennero sempre più importanti, all’origine infatti duravano solo tre giorni, poi sette finché, in epoca imperiale, furono portati a quindici. Ai Saturnali si unirono le Opalia, in onore della dea Ope moglie di Saturno, e le Sigillaria, in onore di Giano e Strenia. Con il cristianesimo questi riti persero il carattere magico e rituale e rimasero semplicemente come forme divertimento popolare. Durante il Tardo Medioevo il travestimento si diffuse nei carnevali delle città. In quelle sedi il mascherarsi permetteva lo scambio di ruoli, il burlarsi di figure gerarchiche, le caricature di vizi o malcostumi con quelle stesse maschere che sono poi diventate simbolo di città e di debolezze umane.
Nel Rinascimento i festeggiamenti in occasione del Carnevale furono introdotti anche nelle corti europee ed assunsero forme più raffinate, legate anche al teatro, alla danza e alla musica
La festa carnevalesca raggiungerà il massimo splendore nel XVI secolo, nelle strade della Firenze di Lorenzo dei Medici. Danze, lunghe sfilate di carri allegorici e costumi sfarzosi segnano una svolta di questa festa, amatissima nella culla rinascimentale. Con gli attori della Commedia dell’Arte, alla fine del ‘500, alcuni dei tipici personaggi carnevaleschi prendono forma e vengono caratterizzati nel linguaggio e nella gestualità. Nascono "le maschere" che penetrano nella tradizione collettiva e ci accompagnano ancora oggi. La galleria delle maschere italiane è vasta.
Che cosa è il Carnevale oggi? E’ una festività celebrata in quasi tutto il mondo, in forme a dire il vero anche molto diversificate, la cui diffusione è paragonabile ad un’altra ben nota festa profana, quella dell’ultimo giorno dell’anno.
 
 Molto noti sono il Carnevale di Rio de Janeiro, in Brasile, quello di New Orleans, Stati Uniti, o di Venezia e di Viareggio in Italia e i giorni di più intensa baldoria e licenziosità sono il Giovedì, il Sabato e in particolare il Martedì Grasso.
E’ da notare che proprio questi ultimi giorni sono stati spesso vissuti con consapevole trasgressione  rispetto al periodo che culminerà con la Pasqua, come giorni di eccesso e di festa, prima del digiuno e delle preghiere
FINE – DA VARI SITI WEB – IMPAGINAZIONE ORSO

Pubblicato 24 febbraio 2009 da tonykospan21 in STORIA... IN SENSO AMPIO

LA SIGNORA DI TRENT’ANNI FA – NOTE ED ATMOSFERE D’UN TEMPO…   Leave a comment

 

 LA SIGNORA DI TRENT’ANNI FA 

   Sep27Sep27

E’ una canzone dal tipico stile italiano… all’epoca…
siamo nel 1951… in competizione…
con lo stile americano che sta invadendo il mondo…
 
 
 
Quel che accadeva nel dopoguerra
 forse sarebbe meglio chiamarlo
"tentativo di protezione"
della musica legera italiana.
 
Nasce quell’anno Sanremo…
 
 
Ora alcune immagini che ci riportano a quell’anno.
 

 

Fu cantata da Togliani… da Villa…
da Tajoli da Virgili e da altri:
 
 
 
 Canta: Achille Togliani )
( Autori: D. Leoni – Natoli – 1951 )

 

Si tratta di una canzone dolce… romantica
e malinconica…
ricordando i tempi belli della gioventù…
e precisamente di un’incontro
con una bella signora nel 1919.
 
 
Ascoltiamola se vogliamo anche in questo video
cantata da Virgili
 

Pubblicato 24 febbraio 2009 da tonykospan21 in CANZONI DI UN TEMPO...

BUON CARNEVALE A TUTTI…   Leave a comment

 
 
a tutti voi…
 
Per la verità quest’anno sento poco l’allegria in giro…
sarà forse un’impressione mia dovuta
alla tristezza… per la fine delle Com….
per la crisi economica mondiale…
o per altro…
 
 
Sì non mi sembra di vedere grandi festeggiamenti…
o giochi frizzi e lazzi neanche nel web…
 
Eppure carnevale è una festa che amo…
 
 
 
E’ antichissima e consente licenze
normalmente evitate durante l’anno…
come una scossa contro la realtà spesso noiosa…
 
 
Dunque non possiamo non festeggiarlo…
 
Certo non sarà come l’anno scorso in Psiche
quando organizzammo una bellissima festa…
quasi un veglione virtuale di carnevale…
ma insomma tra noi qui possiamo
comunque cercare di rilassarci un pò…
con qualche vignetta…
 
 
 
 questa poesia simpaticamente…
licenziosa…
 
 

La Maschera
 William Butler  Yeats
 
"Tògli quella maschera d’oro ardente
Con gli occhi di smeraldo".


"oh no, mio caro, tu vuoi permetterti
di scoprire se i cuori sian selvaggi o saggi,
Benché non freddi".

"volevo solo scoprire quel che c’è da scoprire,
Amore o inganno".

"fu la maschera ad attrarre la tua mente
E poi a farti battere il cuore,
Non quel che c’è dietro".

"ma io debbo indagare per sapere
Se tu mi sia nemica".

oh no, mio caro, lascia andar tutto questo;
Che importa, purché ci sia fuoco
In te, in me?

  

ed infine con una musichetta…
 
 
 
Aprite le casse…
 

Parlante/Speaker

 
a voi tutti da Orso Tony
 
Guardate qua come mi sono travestito…A bocca aperta
 

Pubblicato 24 febbraio 2009 da tonykospan21 in INTRATTENIM. UMORISMO

INFINITA’ D’AMORE…   Leave a comment

 
L’incredibile profondità… di pensiero di John Donne si manifesta anche in questo suo sublime brano… noto sì… ma non a moltissimi…
 
Certo tra il suo pensiero e la realtà della vita che visse… non è che poi ci fu massima… "sintonia" , e questo però, se appena ci guardiamo dentro… , non deve meravigliarci… ma qui sono i suoi concetti… che desideriamo approfondire…
 

 
No… il brano… non si può leggerlo tutto d’un fiato… si perderebbe quasi tutto il senso ed il ragionamento sottostante al messaggio che vuol inviarci…
 
Credevo d’aver letto tutto in materia d’amore… ma… non avevo letto questo passo… A bocca aperta
 
Il punto massimo è, a mio parere, nell’idea mirabile di far coincidere, nel vero amore, IL TE con IL ME…
 

 
Ma non parla solo d’amore… qui… c’è dentro anche il cuore della filosofia ermetica… o alchemica dell’epoca…
 
Bè bando alle ciance… se vi va di immergervi anche voi nella lettura… eccolo…
 

  Se ci va anche un pò di musica new age mentre ascoltiamo…

NotaSEMPIRE D’AMORNota

 
INFINITA’ D’AMORE…
 
Se ancor non ho tutto l’amore tuo, cara, giammai tutto l’avrò;
non posso esalare un altro sospiro per intenerirti, né posso implorare un’altra lacrima a che sgorghi;ormai tutto il tesoro che avevo per acquistarti – sospiri, lacrime, e voti e lettere – l’ho consumato.
Eppure non può essermi dovuto più di quanto fu inteso alla stipulazione del contratto;
se allora il tuo dono d’amore fu parziale, si che parte a me toccasse, parte ad altri, cara giammai tutta ti avrò
Ma se allora tu mi cedesti tutto, quel tutto non fu che il tutto di cui allora tu disponevi;
ma se nel cuore tuo, in seguito, sia stato o sarà generato amor nuovo, ad opera di altri, che ancor possiedono intatte le lor sostanze, e possono di lacrime, di sospiri, di voti, di lettere, fare offerte maggiori, codesto amore nuovo può produrre nuove ansie, poiché codesto amore non fu da te impegnato.
Eppur lo fu, dacché la tua donazione fu totale: il terreno, cioè il tuo cuore, è mio; quanto ivi cresca, cara, dovrebbe tutto spettare a me.
Tuttavia ancor non vorrei avere tutto; chi tutto ha non può aver altro, e dacché il mio amore ammette quotidianamente nuovo accrescimento, tu dovresti avere in serbo nuove ricompense;
tu non puoi darmi ogni giorno il tuo cuore: se puoi darlo, vuol dire che non l’hai mai dato.
Il paradosso d’amore consiste nel fatto che, sebbene il tuo cuore si diparta, tuttavia rimane, e tu col perderlo lo conservi.
Ma noi terremo un modo più liberale di quello di scambiar cuori: li uniremo; così saremo un solo essere, e il Tutto l’un dell’altro.
John Donne
 

 
Anche la lettura di questo brano (che qui però riporto in modo integrale) m’è stata suggerita dalla notturna trasmissione di RAI2 di Gabriele La Porta "Nella Profondità di Psiche*"… che ringrazio perché riesce un pò a colmare il vuoto di cultura imperante nella TV generalista.
 

 
 *Ah questa Psiche… che sempre vien fuori…A bocca aperta 
 
Tony Kospan

Pubblicato 23 febbraio 2009 da tonykospan21 in POESIE SUBLIMI

FUTURISMO… IL CENTENARIO   Leave a comment

 
FUTURISMO… IL CENTENARIO
 
STORIA ANALISI MANIFESTAZIONI 
 

20 2 1909/20 2 2009: celebrazioni ovunque     

Il Futurismo è stata una corrente artistica italiana del XX secolo… forse la più importante corrente artistica italiana…
Essa come accadeva all’inizio del ‘900 ha una data di nascita precisa attraverso un "manifesto" ed un padre… con nome e cognome…
 
 Tommaso Marinetti 
 
Il movimento assolutamente di avanguardia, pur pieno di luci ed ombre, a mio parere ha rappresentato in ogni caso una grande scossa nello sviluppo delle varie arti… ed è stato anche geniale anticipatore di temi ed aspetti della vita moderna.
Nel mio piccolo… anzi piccolissimo… intendo quindi dedicare anch’io a questo anniversario… un piccolo contributo… anche in virtù delle conoscenze indottemi dalla Prof. Margherita Siniscalco… dell’Università libera LUETEC
 
 
Manifesto del futurismo
"Le Figarò" 20 Febbraio 1909 
  

 

1-Noi vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerità.

2-Il coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.

3-La letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità penosa, l’estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.

4-Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità 

5-Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante, la cui asta attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.

6-Bisogna che il poeta si prodichi con ardore, sfarzo e magnificenza, per aumentare l’entusiastico fervore degli elementi primordiali.

7-Non vi è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro.

8-Noi siamo sul patrimonio estremo dei secoli!  poichè abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente.

9-Noi vogliamo glorificare la guerra-sola igene del mondo-il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore 

10-Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria

11-Noi canteremo  le locomotive dall’ampio petto,  il volo scivolante degli areoplani. E’ dall’Italia che lanciamo questo manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il Futurismo

 

 

Queste le parole con cui Filippo Tommaso Marinetti fonda il 20 Febbraio 1909 a Parigi il manifesto futurista.

"Marinetti, nato ad Alessandria d’Egitto da genitori italiani, si forma alla luce della cultura francese di fine Ottocento. Nell’ultimo decennio del secolo è a Parigi, in contatto con il mondo della letteratura; amico di Gustave Kahn (uno dei primi proclamatori del verso libero), Moréas e Samain, tra i maggiori protagonisti di quel filone simbolista decadente, che in Francia resisterà fino all’inizio del Novecento. Nel 1886 Moréas aveva pubblicato il Manifesto del Simbolismo nel supplemento de Le Figaro, dove venivano spiegate le nuove finalità della poesia, che non doveva più essere descrittiva, ma «rivestire l’Idea di una forma sensibile… L’Idea non deve vedersi privata dei sontuosi paramenti delle analogie esteriori». Si cercava un allontanamento dal verismo dei Zola e dei Goncourt; tendenza questa che prevale in un folto gruppo di letterati della fine del secolo, da Huysmans a Mallarmé a Rimbaud, solo per citare i più famosi. Marinetti partecipa, invece, a quella tendenza del primo decennio del Novecento che avvia il simbolismo verso la sua dissoluzione alla ricerca di nuove espressioni; ma pur combattendo si appoggia ancora ai suoi valori. Nel Manifesto del Futurismo, il linguaggio è costellato di metafore, assonanze, immagini che evocano il piacere individuale della sensazione. È lo stesso stile che ritroviamo ancora in un altro testo di Marinetti, Uccidiamo il chiaro di luna dell’aprile 1909: «Noi insegniamo il tuffo nella morte tenebrosa sotto gli occhi bianchi e fissi dell’Ideale… E noi stessi daremo l’esempio abbandonandoci alla furibonda Sarta delle battaglie, che, dopo averci cucita addosso una bella divisa scarlatta, sgargiante al sole, ungerà di fiamme i nostri capelli spazzolati dai proiettili… Così appunto la calura di una sera estiva spalma i campi di uno scivolante fulgore di lucciole. Bisogna che gli uomini elettrizzino ogni giorno i loro nervi ad un orgoglio temerario!… Bisogna che gli uomini giuochino d’un tratto la loro vita, senza spiare i biscazzieri bari e senza controllare l’equilibrio delle roulettes, stando chini sui vasti tappeti verdi della guerra, covati dalla fortunosa lampada del sole. Bisogna — capite? — bisogna che l’anima lanci il corpo in fiamme, come un brulotto, contro il nemico, l’eterno nemico che si dovrebbe inventare se non esistesse!…». Il racconto, pubblicato nella rivista Poesia, diretta dallo stesso Marinetti, si snoda in una trama che, attraverso simbolismi e allegorie, viene a creare le basi della nuova poetica. Marinetti, nello slancio di liberazione dagli stilemi e dalle trasposizioni simboliste sulle quali si è lungamente formato ed educato negli anni dei suoi studi, ritorna a quel linguaggio come punto di partenza per fondare la nuova estetica della vita moderna e della macchina «adorata e considerata come simbolo, fonte e maestra della nuova sensibilità artistica». Già nel Manifesto de Le Figaro viene designato tutto ciò che rientra nella volontà di distruzione. Musei, biblioteche, «città venerate», accademie fanno da freno e ostacolano ogni nuova creazione o azione nata dalla «bellezza della velocità». Il passatismo, termine opposto a Futurismo, contro il quale inizia la sua battaglia Marinetti, rappresenta tutto quello che è stato prodotto dalla cultura tradizionale, accademica, del passato." (filosofico.net)

Possiamo dunque ricavarne questi punti principali..

– l’amore del pericolo
– l’abitudine all’energia
– il culto per il coraggio e l’audacia
– l’ammirazione per la velocità
– la lotta contro il passato ("noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie")
– l’esaltazione del movimento aggressivo (" l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo e il pugno")
la guerra ("sola igiene del mondo").

 

Proseguiremo con una breve analisi generale della

PITTURA, SCULTURA, ARCHITETTURA, MUSICA,  ARTI GRAFICHE, FOTOGRAFIA, MODA FUTURISTE.

Tony Kospan

Pubblicato 22 febbraio 2009 da tonykospan21 in ARTE

PROVA DI BACIO AL… BUIO… – MINIVIDEO ESILARANTE…   Leave a comment

 
Ecco un esilarantissimo mini video…
 
Una prova di bacio al… buio… 
 
Davvero godibilissimo…
 
 
 
Ciao da Tony Kospan
 

Pubblicato 22 febbraio 2009 da tonykospan21 in INTRATTENIM. UMORISMO

LA RUOTA DELLE LUNE   Leave a comment

 
 

 
LA RUOTA DELLE LUNE
 

  clikka qui… midi pellerossa…

 
 
Meditazioni Pellerossa per Molte Lune
 
 

Il primo calendario posseduto dagli Indiani d’America fu la corazza di tartaruga, che portava impressi i tredici mesi lunari dell’anno all’interno di una cornice che costituiva il cerchio chiamato Cerchio Sacro, o Ruota di Medicina. Questi tredici cicli lunari diedero origine alle leggende delle Tredici Madri Originali dei Clan, che rappresentano le doti e le abilità che l’umanità può sviluppare durante il suo Cammino sulla Terra. Tale è il valore di questo libro: una raccolta di lezioni e riflessioni per ogni giorno che comunicano ai lettori i modi armoniosi di cui sono impregnati i migliori stili di vita degli Indiani d’America. Le meditazioni quotidiane si basano sul ciclo della fertilità umana, femminile e maschile, di ventotto giorni, moltiplicato per le tredici lune dell’anno. Con l’ausilio di un calendario che riporti le fasi lunari, possiamo individuare la meditazione relativa a un particolare giorno dell’anno o iniziare una serie di letture per un dato periodo.Queste lezioni sullo sviluppo del potenziale umano contengono le capacità che ognuno deve apprendere per poter vivere in armonia con tutte le forme di vita, per scoprire i propri potenziali e per sviluppare l’abilità di avere relazioni appropriate, divenendo così capaci di condividere tali doni col resto della Tribù Umana. 
 

 

Pubblicato 21 febbraio 2009 da tonykospan21 in PELLEROSSA NATIVI E ALTRE CULTURE

IL VERO VOLTO DI LUCREZIA BORGIA   Leave a comment

 
 
 
IL VERO VOLTO DI LUCREZIA BORGIA
 
MUSICA DEL ‘500
 
“Un radioso sorriso, due trecce bionde, un fazzoletto bordato di perle, una pozione di veleno”. Così veniva descritta da un cronista dell’epoca Lucrezia Borgia, figura femminile tra le più discusse e controverse della storia rinascimentale. La sua intrigante figura, sulla cui condotta molto si è detto e congetturato- ma pochi fatti sono realmente documentati- ha  dato impulso alla realizzazione di tragedie, come quella liberamente ispirata di Victor Hugo, romanzi, film, destando curiosità fino ad oggi. Ma se la vera identità dell’enigmatica nobildonna, sanguinaria e vendicativa, ha  sempre stuzzicato l’immaginario collettivo -poiché non ne esistevano ritratti certi,- ora  pare che Lucrezia abbia un volto, svelato da un dipinto conservato in Australia.
Un dipinto di proprietà della National Gallery of Victoria a Melbourne nei giorni scorsi è stato infatti identificato come un ritratto, anzi il ritratto, l’unico autentico, di Lucrezia Borgia. L’olio su tela era stato acquistato a Londra nel 1965  per £ 8.000 ed era stato intitolato “Ritratto di giovene unomo”, opera attribuita ad un ignoto pittore operante nel nord-Italia. Il quadro esposto nella sede australiana, e non solo, per gli ultimi 43 anni, ha sempre istillato dubbi sul soggetto rappresentato in tutti gli esperti  che lo hanno analizzato, ed è stato ritenuto costantemente una raffigurazione di giovane uomo,  in parte  a causa del pugnale  in suo possesso.
Grazie ad una lunga analisi tecnica e di ricerca condotta dal resturatore di dipinti della NGV, Carl Villis, è emerso un incredibile risultato: la bellissima tela ovale sarebbe opera di Niccolò di Giovanni Luteri, più noto come Dosso Dossi (1486-1542)- un contemporaneo di Tiziano, Raffaello e Michelangelo- artista di cui si hanno poche  notizie documentate, ma che gli esperti concordano nel collocare a Venezia durante la formazione, periodo in cui avrebbe assorbito la lezione di cromatismo di Giorgione e Tiziano, e poi come pittore della vivace corte di Ferrara, dove avrebbe sviluppato il suo linguaggio pittorico.
 
lucreziaborgia.jpg
 
Il dipinto è stato realizzato tra il 1515 e il 1520, proprio il periodo in cui Dossi lavorava alla corte estense, dove Lucrezia Borgia viveva. Ciò che avvalorerebbe l’ipotesi del Dossi come autore risiede nella forma del dipinto, l’ovale, molto utilizzato dall’artsita e poco diffuso a quell’epoca.
Già così la scoperta sarebbe stata rilevante, un’attribuzione artistica rimasta in sospeso per anni che ha finalmente un autore, il Dossi, ma la vera rivelazione riguarda il soggetto ritratto e il modo in cui è stato descritto. Ci sono diversi indizi che inducono a pensare che si tratti di una figura femminile, a partire dallo sfondo decorato con mirto e fiori. Solo pochissime donne all’epoca potevano essere così importanti da avere l’onore di essere ritratte e Lucrezia Borgia era senz’altro una di loro. Certo quest’immagine sembra stemperare o addiruttura smentire la reputazione di questa donna, tramandata nei secoli, e forse anche immeritata, demonizzata dalla discutibile condotta della sua famiglia. Figlia di Rodrigo Borgia- il potente di Valencia che divenne Papa Alessandro VI dal 1492 al 1503- e della sua amante, Vanozza Cattanei, Lucrezia fu sposa di Giovanni Sforza, Alfonso d’Aragona, ucciso dal feroce fratello Cesare(il duca di Valentino), e Alfonso d’Este, morì a soli 39 anni etichettata come donna di facili costumi e malvagità inudita.
La nuova scoperta pittorica in effetti lascia interdetti su questa attribuzione, dato che siamo piuttosto lontani dal ritratto- seppur di fantasiosa invenzione- realizzato da Bartolomeo Veneziano, in cui  Lucrezia appariva come un’astuta seduttrice. Nell’opera del Dossi sembra essere smentita l’esistenza corrotta e intrigante della nobildonna, che qui appare composta, gentile, compassata, con i capelli ordinatamente raccolti, serrata in lineamenti fini ed aggraziati, chiusa in un serioso ed elegante abito nero.  Il pugnale pare possa essere un rimando ad una precedente Lucrezia, che si sarebbe tolta la vita dopo aver subito una violenza.
Quando si è diffusa la notizia,  curatori ed esperti da tutto il mondo si sono interessati alla scoperta di Villis ma, nonostante gli occhi puntati addosso, il museo australiano ha rifiutato di speculare sul valore del dipinto.  Anzi Gerald Vaughan, il direttore del polo espositivo,  a malapena è riuscito a contenere il suo entusiasmo durante l’annuncio a Melbourne. Egli ha affermato: “Quello che  è stato precedentemente considerato il ritratto di uno sconosciuto realizzato da un artista non identificato sembra ormai rischiare di essere uno dei più significativi ritratti superstiti del Rinascimento, creato per mano di uno dei più grandi pittori del nord-Italia”.
Il Signor Villis, ha dichiarato: “Se confermerà di essere ciò che crediamo sarà molto importante, perché estremamente raro. Riteniamo che questo sia l’unico ritratto dipinto formale di Lucrezia Borgia”.
Un allarme di prudenza in ogni caso è necessario, dato un imbarazzante errore che è venuto alla luce l’anno scorso, in cui la NGV ha erroneamente attribuito un dipinto di Vincent Van Gogh.
Tuttavia Villis è apparso fiducioso e rassicurante ribadendo che il ritratto dallo stile idiosincratico e di forma ovale conferma il lavoro del Dossi, che ha lavorato per la famiglia di Ferrara quando Lucrezia Borgia era duchessa. “E ’stato molto emozionante  svelare i segreti di questa bella ed enigmatica tela”, ha continuato Villis, “generazioni di storici dell’arte hanno cercato di identificare i ritratti di Lucrezia Borgia, ma questo sembra essere l’unico che contiene riferimenti personali diretti a questa intrigante figura storica”.
 
A quanto pare l’unica affidabile somiglianza della sua figura a disposizione sarebbe un ritratto in una medaglia di bronzo, eseguito nel 1502 . A riguardo ha dichiarato il museo di Melbourne: “Il profilo del viso sulla medaglia porta una sorprendente somiglianza proprio con il nostro ritratto”.

DAL WEB – IMPAGINAZIONE TONY KOSPAN

Pubblicato 21 febbraio 2009 da tonykospan21 in ARTE

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