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Archivio per 20 febbraio 2009
L’INCONTRO – POESIE E NON SOLO BY TONY KOSPAN Leave a comment
ARNOLD NEWMAN – IL RE DEL FOTORITRATTO DEI GRANDI ARTISTI Leave a comment


Il maestro dei maestri, ritrattista dei più grandi artisti e uomini di cultura della seconda metà del ‘900 Arnold Newman è riconosciuto come il maestro dei maestri: è infatti il grande ritrattista dei più grandi artisti e uomini di cultura della seconda metà del ‘900.
autoritratto
Sue sono le celebri foto di Stravinskij, Picasso, Man Ray, Duchamp, Bacon, Chagall, Pollock, Arp, De Kooning e tantissimi altri, nonché le foto di stato di presidenti americani come Reagan, Kennedy e Ford, o di altri politici come Francisco Franco, Itzhak Rabin e Golda Meir.
Truman Capote
Sue ancora sono le foto dei più grandi designer e architetti, gente come Wright, Pei, Kahn, o di scrittori come Nabokov e Cocteau, e poi attori, scienziati, sceneggiatori, prelati, fotografi, compositori, industriali… Infinita è la schiera di personaggi che questo vecchio fotografo americano può vantare nel suo portfolio.
Picasso
Si parla spesso di Newman come del maestro del ritratto ambientato, ovvero di quel tipo di ritratto che contestualizza il soggetto nel suo ambiente.
Picasso
Effettivamente osservando le foto non si può non rimanere colpiti dall’estrema fantasia di questo fotografo nel costruire degli improvvisati set fotografici in location, spesse volte anche di difficile interpretazione.
Marilyn Monroe
La sua abilità risiede nel capire la personalità della persona ritratta e proporla con fervida immaginazione e istantanea presa di coscienza in un ambiente che la rispecchi e che ne esalti le caratteristiche peculiari.
Igor Stravinsky
In questo senso è inquietante il ritratto di Francis Bacon sotto una lampadina pendente dal soffitto
Francis Bacon
o la figura misteriosa di Marcel Duchamp accanto a una finestra, così come è fantascientifico il ritratto di Shannon, autore del noto teorema e pioniere dell’informatica.
Marcel Duchamp
Ma se ci si limitasse a questo, Arnold Newman non sarebbe stato celebrato come il più grande ritrattista del ‘900.
Esiste in Newman una profonda consapevolezza della personalità dell’essere umano di fronte al suo obiettivo, che sia la sua spavalderia o il suo cinismo, la sua tristezza o la sua nostalgia, il suo narcisismo o la sua incertezza. Tutte componenti che Newman sente, percepisce e rigenera su film.
Woody Allen
I ritratti infatti, sebbene accomunati dallo stesso stile, non presentano la stessa identità, ma si costruiscono sul momento, seguendo l’istinto predatorio del ritrattista, di colui che vuole tirare fuori l’anima dalle persone: non esiste una regola di luce o di inquadratura – grande pregio di Newman è non soffermarsi sui tecnicismi (la gran parte delle foto sono scattate in luce ambiente) – ma queste sono costruite a partire dal feedback che il fotografo riceve dal soggetto.
Alfried Krupp
Si possono trovare quindi ritratti oscuri e cupi, come ritratti introspettivi o positivi. A legame di tutto ciò c’è la "statuarietà" del soggetto, la sua immensa importanza nella foto, il suo peso: l’ambiente circostante è solo un contorno, tutta la lettura della foto è negli occhi e nell’espressione del soggetto.
Igor Stravinsky
L’ambiente serve a descrivere il mestiere, l’espressione descrive il carattere e l’animo del soggetto.
Gypsy Rose Lee
L’edizione Taschen è come sempre economica e ben curata, con una buona introduzione al lavoro di Newman da parte di Philip Brookman, e una grafica essenziale: non servono fronzoli per raccontare le forti immagini di questo fotografo.
Arnold Schwarzenegger
Si tratta di un’opera imperdibile per tutti gli amanti del ritratto,che troveranno in esso una fonte inesauribile di idee e situazioni, un’estrema capacità di mirare sul soggetto al di là di luci, composizioni e quant’altro.
Ava Gardner
Le sue immagini, oltre ad attraversare 50 anni di storia della cultura mondiale, rappresentano un ampio panorama sui visi e il carattere di quegli artisti che osanniamo nei musei, nelle sale da concerto, nelle piazze, nei libri, nei teatri delle più importanti città del mondo.
dal web – impaginazione Tony Kospan
COME SCOPRIRE DALLE ESPRESSIONI FACCIALI SE UNA PERSONA E’ SINCERA… 4 comments
COME SCOPRIRE DALLE ESPRESSIONI FACCIALI SE UNA PERSONA E’ SINCERA…
Paul Eckman ha studiato per molti anni le espressioni facciali, raccogliendo una grande quantità di dati: attraverso i suoi studi è stato possibile arrivare ad una descrizione particolareggiata del comportamento di molti muscoli facciali, scoprendone la straordinaria complessità che può far si che sul volto, nel giro di pochi secondi, possano comparire delle ‘microemozioni’ che la maggior parte degli osservatori non riescono nemmeno a cogliere, data la durata molto breve della loro apparizione.
Le emozioni segnalate dal volto sono state studiate attraverso l’osservazione attenta di fotografie e videofilmati, esaminati al rallentatore.
I dati raccolti sono stati identificati in modo simile anche all’interno di culture molto diverse. Per esempio anche in un gruppo della Nuova Guinea, di cultura primitiva, le espressioni facciali relative a particolari emozioni somigliano molto a quelle delle società più avanzate; ciò accade in particolare per l’emozione della rabbia, del disgusto, della felicità, della tristezza, della paura e della sorpresa, che sembrano universalmente espresse allo stesso modo, probabilmente perché biologicamente più primitive e dunque universali.
Le espressioni del volto sono complesse e ambigue in quanto provengono da un sistema duplice, volontario e involontario, capace di mentire e di dire la verità, spesso contemporaneamente. Le espressioni vere, sentite, si presentano perché il movimento dei muscoli facciali è automatico, quelle false compaiono invece perché l’evoluzione della specie ha portato l’uomo ad avere un controllo volontario sul proprio viso, che consente di inibire la mimica autentica e assumere al suo posto un’espressione non realmente sentita.
Eckman ha individuato tre tecniche che normalmente le persone utilizzano per sviare l’interlocutore dal comprendere l’emozione che prova:
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La dissimulazione. L’espressione spontanea viene dissimulata, fatta scomparire dal volto. Il soggetto sembra accorgersi di quello che rischia di manifestare, per cui interrompe bruscamente l’emozione che gli si sta stampando sul viso, coprendola con una espressione diversa. Chi si trova spesso a mentire per ragioni professionali, tipo avvocati, politici, venditori, giocatori d’azzardo impara l’arte della dissimulazione con grande perizia, tanto da poterla esercitare anche quando si trova a dover guardare negli occhi l’interlocutore, il che è piuttosto difficile, per chi non è allenato, da mettere in pratica.
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L’attiva falsificazione. Quando nasce una emozione i muscoli facciali si attivano in maniera automatica : per abitudine o per scelta si può riuscire ad impedire queste espressioni nascondendole attraverso una maschera, una ‘emozione finta’, che in genere è il sorriso. E’ più facile fingere emozioni positive che negative : la maggior parte delle persone trova infatti difficilissimo imparare a muovere volontariamente i muscoli che sono necessari per fingere realisticamente dolore e paura; va un po’ meglio per la rabbia e per il disgusto.
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Nel suo libro, I volti della menzogna, Eckman ci fornisce almeno tre indizi per poter ritenere che una espressione non sia sincera : asimmetria, tempo e collocazione nel corso della conversazione.
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Asimmetria. In una espressione facciale asimmetrica le stesse azioni compaiono nelle due metà del viso, ma sono più intense su una parte anziché nell’altra. Una spiegazione di questa asimmetria potrebbe essere cercata nel fatto che l’emisfero cerebrale destro sia più specializzato del sinistro nel trattamento delle emozioni: dato che l’emisfero destro controlla gran parte dei muscoli della metà sinistra del viso e il sinistro quelli della metà destra, le emozioni si mostrano con maggiore intensità sulla parte sinistra del volto. In questo senso le espressioni contorte, in cui l’azione dei muscoli è un po’ più accentuata su una metà del viso possono essere un segno rivelatore della falsità del sentimento manifestato. L’asimmetria è indizio di una emozione poco sentita, un’espressione volontaria della muscolatura.
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Tempo. Le espressioni di lunga durata (dai 10 secondi in su) sono probabilmente false perché le espressioni autentiche non durano così a lungo : la mimica che esprime emozioni davvero sentite non resta sul viso più di qualche secondo. Se la sorpresa è autentica tutti i tempi, di attacco e di stacco, sono brevissimi, inferiori al secondo.
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Collocazione. Se qualcuno finge di arrabbiarsi e dice ad esempio ‘non ne posso più di come ti comporti’ dobbiamo guardare attentamente alla mimica : se i segni di collera nell’espressione facciale vengono dopo le parole, la persona non è poi così adirata come invece sarebbe se l’espressione della collera si stampasse sul viso prima della pronuncia della frase. In ogni caso le espressioni del viso non sincronizzate coi movimenti del corpo costituiscono probabili indizi di falso.
DAL WEB – IMPAGIN. ORSO TONY
COM’E’ FREDDO QUESTO INVERNO! Leave a comment





