Archivio per 13 febbraio 2009

LA VIA DEL BACIO…   Leave a comment

 
Care amiche ed amici…domani è
S. Valentino….
e dunque non è possibile non dedicare un pensiero… a quello che forse… e senza forse…
è il più… dolce… intimo…profondo
contatto d’amore… in cui si fondono anima e corpo…
 
IL BACIO…
 
 
 Sia in Liberi di Sognare di MSN
che in quello di Multiply…
è in corso un post 
ed una tag…
dedicati al bacio…
 
… la VIA DEL BACIO…
 
 

Inseriremo ovviamente immagini,  gif, poesie, pensieri etc… che ci piacciono… ed alla fine dovremmo avere una bella raccolta di fantastiche… bacianti… immagini…A bocca aperta e non solo… a nostra disposizione…
 
 
 

Se vi va… partecipate!!!
 
Sarà anche un modo per festeggiare insieme… la festa più "amorosa" che ci sia…
 
Se non sei iscritta/o fai domanda… 

 

 
 

Un… bacio… ovviamente… amichevole… a tutti…
 
 
 
 
da Tony Kospan

Pubblicato 13 febbraio 2009 da tonykospan21 in Senza categoria

MUOIONO LE EMOZIONI? MIA PICCOLISSIMA RIFLESSIONE…   Leave a comment

 

 
Tout passe… tout lasse… tout casse…
Tutto passa… tutto ci lascia… tutto si cancella…
dicono i francesi…
ma le emozioni… le sensazioni… i vissuti…
in noi umani si cristallizzano…da qualche parte…
diventando invisibili particelle
del nostro corpo… e del nostro animo…
che nulla e nessuno potrà mai cancellare…
 
 
Proprio per questo…
 ha senso vivere…
perché finché vivremo…
potremo ancora avere
nuove emozioni… nuove vibrazioni… nuove esperienze…
che comunque non cancelleranno mai
i nostri indelebili ricordi…
ma potranno aggiungersi ad essi…
in nuove particelle…
possibilmente belle e colorate…
 
 

Ed è quello che auguro a  me ed a tutti…

 
Tony Kospan

Pubblicato 13 febbraio 2009 da tonykospan21 in RIFLESSIONI AFORISMI FILOSOFIE

QUANDO LA REALTA’ CAMBIANDO L’OTTICA DIVENTA STUPENDA – BRIAN VALENTINE   Leave a comment

 
 
LE OPERE DI BRIAN VALENTINE
 
Sembra impossibile eppure questa immagine non è frutto della computer graphic. A Brian Valentine è bastata una macchina fotografica munita di lenti speciali per rivelare ciò che nel suo giardino a Worthing, Sussex, sfuggiva allo sguardo.
 
 
Ecco la bellezza di una rosa riflessa in una goccia di pioggia
 
 
Una splendida immagine che dimostra il talendo di Brian Valentine:
tre gocce riflettono l’ambiente che le circonda
 
 
Semplici gocce di pioggia su fili d’erba riflettono la bellezza del mondo che le circonda:
nella foto le margherite di un prato
 
 
Un crisantemo riflesso in una goccia di pioggia
 
 
Splendidi colori per riflessi che assumono parvenze quasi mostruose
 
 
Riflessi in una goccia di pioggia i fiori di passiflora sembrano dei minuscoli occhi azzurri
 
 
Dunque la realtà vista così è del tutto diversa ed affascinante… e sorprendente…
 
 
Fantastiche immagini vero?
 
CIAO DA TONY KOSPAN

Pubblicato 13 febbraio 2009 da tonykospan21 in PAESAGGI EDIFICI VIAGGI

ANGKOR… GIOIELLO D’IDRAULICA…- ARCHEOLOGIA   Leave a comment

 
La capitale dell’impero khmer, in Cambogia, si estendeva su 3.000 km quadrati

Ma il complesso sistema di canali su cui si reggeva potrebbe averne decretato la fine
 

 

Angkor, metropoli pre-industriale
gioiello di ingegneria idraulica

di ALESSIA MANFREDI


 

Un’immensa metropoli, nata e sviluppatasi su un sistema idraulico complesso, nel cuore della foresta tropicale: quello che sorgeva anticamente intorno al tempio di Angkor Vat, in Cambogia, capolavoro dell’architettura khmer e oggi patrimonio dell’umanità, era il più grande insediamento urbano dell’epoca preindustriale, almeno tre volte più vasto di quanto si era creduto finora.

A gettare nuova luce sulla storia della città sorta intorno al complesso monumentale-religioso che il Guinness dei primati classifica come il più esteso al mondo, è un’équipe internazionale di archeologi. Tracciando una nuova mappa con l’aiuto anche dei radar della Nasa, i ricercatori hanno "rivisto" le dimensioni di quella che fu la capitale dell’impero khmer dal nono al sedicesimo secolo: la sua superficie si estendeva su un’area di circa 3.000 chilometri quadrati ed ospitava una popolazione di un milione di persone, secondo gli autori dello studio appena pubblicato sui Pnas, la rivista dell’Accademia nazionale delle Scienze americana.

Il tutto grazie a un’avanzatissima rete idraulica, che permetteva di conservare l’acqua per utilizzarla nelle stagioni secche, arrivando anche a deviare il corso di un fiume, il Siem Reap, facendolo arrivare fino al cuore dell’insediamento. Ma lo stesso miracolo di ingegneria idraulica che permise alla città di fiorire e prosperare nei secoli, fu, con ogni probabilità, anche causa della sua rovina. Divenne ingestibile e ciò, sommato alla sovrappopolazione e all’eccessiva deforestazione, portò al collasso dell’intero sistema.

La storia di Angkor affascina la comunità scientifica dagli anni ’50. Ma le prove per determinare cosa causò il suo declino sono state finora molto difficili da reperire. Nel 2000 un gruppo di archeologi cambogiani, francesi e australiani chiese aiuto alla Nasa. Grazie alle immagini ottenute dai satelliti in orbita, in grado di scrutare con i radar anche il sottosuolo, sono stati identificati nuovi sentieri e canali sotterranei, che hanno dato un quadro nuovo della reale estensione della città.

Combinando quelle immagini con altre fotografie aeree e rilievi topografici, gli archeologi hanno individuato tracce di migliaia di bacini d’acqua e di 74 templi finora ignoti. E hanno ipotizzato che il complesso sistema di irrigazione permettesse di alimentare colture di riso su superfici molto estese, fino a 25 chilometri a sud e a nord di Angkor.

Un capolavoro di idraulica che potrebbe, però, essersi trasformato in una maledizione, giocando un ruolo chiave nel crollo della civiltà khmer, terminata nel 1431 con l’invasione dei Thai e l’abbandono dei luoghi. Secondo una delle teorie più accerditate, che questa ricerca avalla ulteriormente, a decretarne la fine fu una catastrofe ambientale dovuta all’eccessiva manipolazione dell’ambiente, insieme alla deforestazione, all’erosione del suolo e a una serie di fatali inondazioni.

(repubblica.it – impaginazione Tony Kospan)

Pubblicato 13 febbraio 2009 da tonykospan21 in STORIA... IN SENSO AMPIO

ARTE E MUSICA CLASSICA – MAGRITTE E LOVELL   Leave a comment

 
 
 
 

 

 

 

Magritte

L' interpretazione dell’interiorità 

 

 

 

 

Magritte non amava dipingere.
Non mancano gli aneddoti e le testimonianze dirette che confermano il suo atteggiamento distaccato rispetto al “fare pittura”.
Ma ne sono buona testimonianza le opere stesse che rifiutano ogni “cedimento” pittorico, tese a sviluppare in immagine la fragranza dell’idea, unica protagonista dei suoi lavori.
Il suo è un dipingere freddo, levigato, meticoloso ma senza palpiti di pennello, senza sorprese di tocchi, di gesti, d’inebrianti incidenti di percorso.
Tuttavia, e paradossalmente, la sua prassi si colloca nel cuore della pittura, vale a dire nella centralità dialettica dello sguardo, del vedere e in sintesi della visione.
Il problema della visione come territorio orgogliosamente presidiato dall’arte moderna e rivendicato in quanto specificità conoscitiva inalienabile e paritetica rispetto all’attività scientifica, fìlosofìca e tecnologica che sembrava esaurire ogni possibile funzione conoscitiva, aveva negli anni Venti attraversato circa un secolo di travagliate e però trionfanti esperienze. 
(dal web)
 
 
 
 
 
 
 

Io amo Magritte proprio per questo… cioè non per le sue capacità tecnico-atrtistiche…

bensì per le idee… la fantasia incredibile… oggi si direbbe “messaggio”

che egli trasmette in modo chiaro… anche se surreale… a chi guarda la sua opera…

 

 

Rachmaninov

 

 

Nell’ambito della serie Arte e Musica Classica…

ecco dunque questo video che associa opere di Magritte con una musica di Rachmaninov

 

 

 
 
 
Buon ascolto… e buona visione dunque…
se vi fa piacere…
 
Ciao…  da Orso Tony

 

 

 
   
IL SALOTTO CULTURALE DI FCB?
 
samp5873205a0f06c928.jpg PSICHE E SOGNO picture by orsosognante
 
 

Pubblicato 13 febbraio 2009 da tonykospan21 in ARTE MUSICA E...

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