Archivio per 20 dicembre 2008

L’ADDIO… LA FINE… IL TEMA POETICO DI QUESTA DOMENICA   Leave a comment

 
 
 
Care amiche e cari amici amanti, come me, della poesia, data l’atmosfera dolcemente malinconica
di fine anno, il pensiero va stavolta non all’inizio ma alla fine… di ogni cosa…
dall’amore agli oggetti… dai giorni… alla vita…
 
ADDIO.jpg ADDIO FINE picture by orsotony21
 
Tema duretto e che colpisce dritto al cuore…  e che certo non rappresenta un bel momento… ma che sappiamo essere vero e reale come la nascita… l’inizio…
 
 In verità, come faceva notare in post analogo l’amico Pietro…, in fondo… l’addio… anche quello che sembra il più definitivo… è o speriamo che sia… un arrivederci in quanto possiamo vederlo come fine di un  ciclo… di una storia… ma nel contempo come… attesa dell’inizio di un nuovo ciclo di una nuova storia… 
 
In fondo… mentre l’anno finisce…  – anno tra l’altro non entusiasmante per il mondo… – un altro, nel quale confidiamo, si appresta a nascere… e così per ogni cosa… 
 
Ecco l’addio… la fine… è il tema delle poesie di questa domenica… e la prima è di una poetessa di cui mi onoro essere amico…
 
 
L’ADDIO
Giovanna Nigris
 
Addio Anno passato,
ormai sei tu come ultimi
granelli di sabbia
raccolti
in fondo a una clessidra.
Quanto hai donato
e portato via,
volteggia libero
nella brezza dell’universo
e si dissolve come
i ricordi che tornano a sera
a raccontarci favole irreali,
un sogno inventato
del tempo che non è più.
 
ORMAI NO
Idea Vilariño
 
Ormai non sarà
ormai no
non vivremo uniti
non alleverò tuo figlio
non cucirò i tuoi vestiti
non ti possederò di notte
non ti bacerò prima di uscire.
Non saprai mai chi sono stata
perchè altri mi amarono.
Non riuscirò mai a sapere perché né come
né se era vero quello che dicesti che era
né chi sei stato
né cosa sono stata per te
né come sarebbe stato
vivere uniti
amarci
aspettarci
rimanere.
Ormai non sono altro che io
per sempre e tu ormai
per me non sarai che tu.
Ormai non sei
in un giorno futuro
non saprò dove vivi
con chi
né se ti ricordi.
Non mi abbraccerai mai
come questa notte
mai.
Non potrò più toccarti.
Non ti vedrò morire.
 
ABBANDONO
V. Cardarelli
 
Volata sei, fuggita
come una colomba
e ti sei persa, là, verso oriente.
Ma mi son rimasti i luoghi che ti videro
e l’ore dei nostri incontri.
Ore deserte,
luoghi per me divenuti un sepolcro
a cui faccio la guardia.
 

 
GIACCIO DA SOLO
Federico Garcia Lorca
 
Giaccio da solo nella casa silenziosa,
la lampada è spenta,
e stendo pian piano le mie mani
per afferrare le tue,
e lentamente spingo la mia fervente bocca
verso di te e bacio me fino a stancarmi e ferirmi
– e all’improvviso son sveglio,
ed intorno a me la fredda notte tace,
luccica nella finestra una limpida stella –
o tu, dove sono i tuoi capelli biondi,
dov’è la tua dolce bocca?
Ora bevo in ogni piacere la sofferenza
e veleno in ogni vino;
mai avrei immaginato che fosse tanto amaro
essere solo
essere solo e senza di te!
 
 
 
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  LIBERI DI SOGNARE

RIDERE? E’ UN SEGNALE DI… PACE!!!   Leave a comment

 
Lo stabilisce una ricerca durata 20 anni
Ridere? Serve a non morire
 

 
Il riso è un segnale di pace:
permette di far sapere a chi ci sta intorno
che non abbiamo cattive intenzioni
 

 

 
 
NEW YORK – La risata non è una risposta intellettuale a qualcosa di divertente ma uno strumento istintivo di sopravvivenza, tipico degli animali sociali. Che la utilizzano per conservare la specie. Ridere per non morire, insomma. Lo rivela uno studio condotto per oltre vent’anni da Robert R. Provine, docente di psicologia e neuroscienze presso l’Università del Maryland, secondo cui il riso è «un atto ancestrale, antico e crudo, che mostra le radici comuni a tutti gli esseri umani, forse a tutti i mammiferi».
 
DARWIN E DINTORNI- Da Platone ad Aristotele, da Kant a Schopenhauer e da Hobbes a Freud, scienziati e pensatori tentano da oltre duemila anni di comprendere questa manifestazione umana, naturalissima ed insieme misteriosa. Ma è stato il padre dell’evoluzionismo Charles Darwin il primo ad applicare il metodo scientifico allo studio della risata e delle emozioni in generale. Ne «L’espressione delle emozioni negli animali e nell’Uomo», Darwin abbozzò per la prima volta lo studio del comportamento animale secondo una prospettiva evoluzionistica, che avrebbe dato poi spunto nel secolo successivo all’etologia.
 
RISATA DI STRADA – All’inizio della sua ricerca il prof Provine aveva riunito un gruppo di persone nel suo laboratorio hightech in Maryland, costringendole a guardare per ore ed ore il programma satirico «Saturday Night Live», considerato tra i più ilari della tv Usa. Ma quando si è reso conto che anche le puntate più divertenti facevano sbadigliare le sue “cavie”, – collegate ad un monitor misura-risata attraverso uno scanner neuro-cerebrale, – Provine ha deciso di spostare la ricerca nel suo habitat “naturale”. «Sono andato nelle piazze, nei centri commerciali e nei marciapiedi e ho studiato migliaia di episodi», racconta. «Ho scoperto che il 90 per cento delle risate sopravvengono dopo frasi banali quali “Lo so”, “Ciao” e “Ci vediamo dopo”».
 

 
PACIFISMO – Il motivo dietro questo fenomeno? «Il riso è il meccanismo che permette di far sapere a chi ci sta intorno che non abbiamo cattive intenzioni», teorizza il professor Jaak Panksepp della Washington State University, co-autore dello studio. «E’ uno strumento evolutosi per segnalare la nostra disponibilità ad interazioni amichevoli». Tra le altre scoperte: «Chi parla, soprattutto se donna, tende spesso a ridere più di chi ascolta». «L’oratore usa la risata come punteggiatura tra una frase e l’altra». «Ridere è un processo involontario, per dare un tono più piacevole alla conversazione, attirare o risvegliare l’attenzione di chi ci sta di fronte, fissare ciò che si è appena detto o introdurre ciò che si sta per dire».
 
RISO OSTILE – Le risate possono essere anche di scherno e essere l’equivalente di un insulto. Ma Previne ha scoperto che non è questo l’uso più comune, perché il riso è soprattutto «un raffinato lubrificante sociale», «un modo per farsi nuovi amici» e «fissare l’appartenenza di ciascuno nella gerarchia sociale». «Ma in definitiva ridere è, soprattutto, un segnale sociale molto sincero», puntualizza lo scienziato, «perché è quasi impossibile da fingere o simulare. Chi ride spesso lo sa».
 
 
 
Alessandra Farkas  –  Corriere.it – Impaginaz. dell’Orso
 
 
Ciao con un sorriso da Orso Tony

Pubblicato 20 dicembre 2008 da tonykospan21 in RIFLESSIONI AFORISMI FILOSOFIE

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