Archivio per 26 novembre 2008

‘NA SERA ‘E MAGGIO… – ATMOSFERE E CANZONI D’UN TEMPO…   Leave a comment

 
ATMOSFERE E NOTE… DI UN TEMPO…
‘NA SERA ‘E MAGGIO
 
 

 
Ora è il turno di… quest’altra famosissima… classicissima… canzone  della grandissima tradizione musicale napoletana nota in tutto il mondo
 

‘Na sera ‘e maggio

Testo di Gigi Pisano e Musica di Giuseppe Cioffi

Anno 1937

Entriamo dunque con qualche immagine

nell’atmosfera dell’epoca…

Ecco ora il testo di questa canzone
che per musica e parole ha fatto innamorare tantissimi…
e tantissimi altri ha fatto piangere avendo perso un amore…

 

 

‘NA SERA E MAGGIO

Quanno vien’a ‘appuntamento
guarde ‘o mare, guard”e ffronne,
si te parlo nun rispunne,
staje distratta comm’a che.
Io te tengo dint”o core,
sóngo sempe ‘nnammurato
ma tu, invece, pienze a n’ato
e te staje scurdanno ‘e me…

Quanno se dice: "Sí!"
tiènelo a mente…
Nun s’ha da fá murí
nu core amante…
Tu mme diciste: "Sí!" na sera ‘e maggio…
e mo tiene ‘o curaggio ‘e mme lassá?!

St’uocchie tuoje nun só’ sincere
comm’a quanno mme ‘ncuntraste,
comm’a quanno mme diciste:
"Voglio bene sulo a te…"
E tremmanno mme giuraste,
cu na mano ‘ncopp”o core:
"Nun se scorda ‘o primmo ammore!…"
Mo te staje scurdanno ‘e me…

Quanno se dice: "Sí!"

 

UNA SERA DI MAGGIO

Quando vieni all’appuntamento
guardi il mare, guardi le foglie,
se ti parlo non rispondi,
stai distratta e pure molto…
Io ti tengo dentro il cuore,
sono sempe innamorato
ma tu, invece, ad un altro
pensi
e ti stai scordando di me…

Quando si dice: "Sí!"
tienilo a mente…
Non si può far morire
un cuore amante…
Tu mi dicesti: "Sí!" una sera di maggio…
ed ora hai il coraggio di lasciarmi?!

Quest’occhi tuoi non son sinceri
come quando m’incontrasti,
come quando mi dicesti:
"Voglio bene solo a te…"
E tremando mi giurasti,
con la mano sopra il cuore:
"Non si scorda il primo amore!…"
Ora però ti stai scordando di me…

Quando si dice: "Sí!"

 (trad.di TonyKospan)

 
Eccola ora ascoltiamola…
 

  

 
Qui invece è nella versione cantata da Mina…
 
  
 Barre-papillons 

 

Pubblicato 26 novembre 2008 da tonykospan21 in CANZONI DI UN TEMPO...

COME ERAVAMO… I RAGAZZI DI UNA VOLTA…   3 comments

Da bambini, andavamo in macchina (quelli che avevano la fortuna di averla) senza cinture di sicurezza e senza airbag!
I flaconi dei medicinali non avevano delle chiusure particolari.
Bevevamo l’acqua dalla canna del giardino, non da una bottiglia. Che orrore!!
Andavamo in bicicletta senza usare un casco.
Passavamo dei pomeriggi a costruirci i nostri “carri giocattolo”. Ci lanciavamo dalle discese e dimenticavamo di non avere i freni fino a quando non ci sfracellavamo contro un albero o un marciapiede. E dopo numerosi incidenti, imparavamo a risolvere il problema… noi da soli!!!
Uscivamo da casa al mattino e giocavamo tutto il giorno; i nostri genitori non sapevano esattamente dove fossimo, nonostante ciò sapevano che non eravamo in pericolo.
Non esistevano i cellulari. Incredibile!!
Ci procuravamo delle abrasioni, ci rompevamo le ossa o i denti… e non c’erano mai denunce, erano soltanto incidenti: nessuno ne aveva la colpa.
Avevamo delle liti, a volte dei lividi. E anche se ci facevano male e a volte piangevamo, passavano presto; la maggior parte delle volte senza che i nostri genitori lo sapessero mai.
Mangiavamo dei dolci, del pane con moltissimo burro e bevande piene di zucchero… ma nessuno di noi era obeso.
Ci dividevamo una Fanta con altri 4 amici, dalla stessa bottiglia, e nessuno mai morì a causa dei germi.
Non avevamo la Playstation,né il Nintendo, né dei videogiochi.
Né la TV via cavo, né le videocassette, né il PC, né internet; avevamo semplicemente degli amici. Uscivamo da casa e li trovavamo. Andavamo, in bici o a piedi, a casa loro, suonavamo al campanello o entravamo e parlavamo con loro. Figurati: senza chiedere il permesso! Da soli! Nel mondo freddo e crudele!
Senza controllo! Come siamo sopravissuti?!
Facevamo incredibili gare in bicicletta senza dover fare lo slalom fra auto in sosta, parcheggi selvaggi e gas di scarico… al massimo dovevamo stare attenti al fosso accanto alla strada e alle buche sulla stessa.
Ci inventavamo dei giochi con dei bastoni e dei sassi. Giocavamo con dei vermi e altri animaletti e, malgrado le avvertenze dei genitori, nessuno tolse un occhio ad un altro con un ramo e i nostri stomaci non si riempirono di vermi.
Il massimo della tecnologia si raggiungeva "truccando" i tappi a corona delle bibite con cui gareggiavamo, colpendoli con le dita, su strade e marciapiedi in incredibili campionati che doravano giornate intere e si concludevano perchè avevi finito le dita sane…
Le strade, almeno quelle di paese, erano ancora un campo da calcio: bastavano 4 mattoni.. e le poche auto frenavano e stavano attente a non schiacciarli…
Alcuni studenti non erano intelligenti come gli altri e dovevano rifare la seconda elementare. Che orrore!!! Non si cambiavano i voti, per nessun motivo. I peggiori problemi a scuola erano i ritardi o se qualcuno masticava una cicca in classe.
Le nostre iniziative erano nostre. E le conseguenze, pure. Nessuno si nascondeva dietro a un altro. L’idea che i nostri genitori ci avrebbero difeso se trasgredivamo ad una legge non ci sfiorava; loro erano sempre dalla parte della legge.
Se ti comportavi male i tuoi genitori ti mettevano in castigo e nessuno li metteva in galera per questo.
Sapevamo che quando i genitori dicevano “NO”, significava proprio NO.
I giocatoli nuovi li ricevevamo per il compleanno e a Natale, non ogni volta che si andava al supermercato. I nostri genitori ci facevano dei regali con amore, non per sensi di colpa. E le nostre vite non sono state rovinate perché non ci diedero tutto ciò che volevamo.
Avevamo libertà, insuccessi, successi e responsabilità, e abbiamo imparato a gestirli. 
 
DAL WEB
 
TONY KOSPAN

 

Pubblicato 26 novembre 2008 da tonykospan21 in STORIA... IN SENSO AMPIO

IL VENDITORE DI PALLONCINI… FAVOLA PER… PENSARE…   1 comment

 

QUELLO CHE CI FA VOLARE

(Il venditore di palloncini)

Parecchi anni fa, un uomo vendeva palloncini per le strade di New York.

Quando gli affari erano un po’ fiacchi, faceva volare in aria un palloncino. Mentre volteggiava in aria, si radunava una nuova folla di acquirenti e le vendite riprendevano per qualche minuto. Alternava i colori, sciogliendone prima uno bianco, poi uno rosso e uno giallo. Dopo un po’ un ragazzino afroamericano gli dette uno strattone alla manica della giacca, lo guardò negli occhi e gli fece una domanda acuta: "Signore, se lasciasse andare un palloncino nero, salirebbe in alto?" Il venditore di palloncini guardò il ragazzo e con saggezza e comprensione gli disse:

"Figliolo, è quello che è dentro i palloncini che li fa salire". 

 

"Se fossi più giovane, se fossi più ricco, se fossi un uomo, se fossi più bello…"

Come il bambino della storia molte persone spesso non pensano che il successo dipenda da ciò che hanno dentro ma solo da fattori puramente esteriori.

Ciascuno di noi ha enormi potenzialità che nella maggior parte dei casi non solo non vengono espresse, ma neppure vengono esplorate. Ecco perché molte persone vivono tutta la propria vita come quei palloncini che restano appesi ad un’asta finché non si sgonfiano. E tutto perché non hanno trovato il tempo, o forse il coraggio di guardarsi veramente dentro e sprigionare la propria energia.

dal web

         

Davvero, cari amici, considerazioni che ci fanno pensare all’importanza che dobbiamo dare alla disciplina del nostro comportamento ed all’esplorazione senza titubanze delle nostre potenzialità… ma aggiungo… senza frenesie e nel pieno rispetto dei nostri tempi…

E voi che ne pensate?

Ciao da Tony Kospan 

        

Pubblicato 26 novembre 2008 da tonykospan21 in FAVOLE LEGGENDE RACCONTI DI SAGGEZZA

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: