Archivio per 23 ottobre 2008
I MISTERI DI TUTANKHAMON
– VERITA’ O LEGGENDA? –
II MISTERO
– LA TOMBA –
Un altro mistero riguarda la sua tomba.
Come fu possibile allestire in così breve tempo una tomba di così grande splendore?
Secondo lo studioso Reeves fu il nuovo faraone Ay ad occuparsi, come di rito,
della degna sepoltura del suo predecessore.
Infatti i 9 anni di regno non potevano essere sufficenti a preparare una tomba nuova, per cui Ay decise di adattarne una a Tutankhamon.
Le ricerche di Reeves indicano nelle tombe di Akhenaton e Nefertiti quelle più indicate ad ospitare il corpo di Tutankhamon.
I tesori di queste due tombe vennero perciò trasportati in quella di Tutankhamon.
Nella tomba del giovane faraone vennero infatti rinvenute statuette dai lineamenti prettamente femminili e incisioni cancellate e adattate al nome di Tutankhamon.
La famosa maschera d’oro, ad un attento esame, presenta una spaccatura tra il volto
e il copricapo. Questo, sempre secondo Reeves, dimostrerebbe che la maschera sarebbe stata originariamente quella di Akhenaton a cui sarebbe stato rimosso il volto in modo da applicare quello di Tutankhamon.
In questo modo Nicholas Reeves spiegherebbe come fu possibile allestire la tomba
del faraone nell’arco dei 70 giorni necessari alla mummificazione del corpo.
rielaborazione dal web… impaginazione dell’Orso…

continua…
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Gli occhi di un guerriero


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Gli occhi,
la porta dell’anima
il recipiente della verità
l’essenza dell’uomo.
Io guardo negli occhi di un guerriero e
vedo la gloria della nazione.
Un uomo, stà ritto, spalle larghe
sostenendo la storia e l’insita dignità
del suo popolo.
Io guardo negli occhi di un guerriero
e capisco l’onore della nazione
la moralità
l’umiltà
la spiritualità
di questo popolo.
Io guardo negli occhi di un guerriero
e vedo il protettore della nazione
la prima e l’ultima linea di difesa
per i bambini e per gli anziani
per le donne e i deboli.
Io guardo negli occhi di un guerriero
e vedo la fragilità dell’uomo
vacillare sotto il peso della sua responsabilità
e pur vacillante,
ancora fermo in piedi senza vergogna.
Io guardo negli occhi di un guerriero
e vedo la visione di un uomo
i suoi sogni corrono più veloci
può misurare la sua impaziente andatura.
Io guardo negli occhi di un guerriero
e vedo l’uomo.
(Canti dei nativi americani)
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LA FAVOLA DI MAGO MAGONE…
Il Mago Magone era sempre tanto triste; bastava che una nuvola oscurasse il sole e cominciava a piangere e se gli si slacciava una stringa della scarpa gli venivano i lustrini agli occhi; piangeva perfino ogni volta che starnutiva, gli veniva il mestolino qualunque notizia sentisse alla radio e si affliggeva terribilmente quando guardava tramontare il sole.
Insomma: non gli andava mai bene niente, sia che avesse la pancia piena oppure vuota.
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Finché un giorno si accorse di aver finito le lacrime, ma ciò non lo fece piangere: lo preoccupò talmente che perse anche l’uso della parola. Allora si diede a correre in lungo e in largo per il suo enorme castello; era disperato e guardò in tutti i cassetti in cerca di una preoccupazione, dentro tutti gli armadi per trovare un dispiacere, sotto tutti i letti per scovare un mal di pancia, ma niente da fare; mise a soqquadro la casa, ma dentro ai cassetti trovò solo chili di salute, negli armadi tonnellate di lavoro e sotto i letti monete d’oro a non finire.
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La cosa brutta era che non poteva chiedere aiuto a nessuno visto che era diventato muto, e comunque, a forza di piangere, col tempo la gente lo aveva lasciato solo, quindi doveva risolvere questo problema per conto suo. Si sedette davanti al camino e, a forza di fissare quelle fiamme che guizzavano allegramente, assicurandogli che in fondo la vita è bella anche se brucia, giunse in breve alla conclusione che prima di parlare bisogna pensare (cosa che lui non aveva mai fatto) e a forza di pensare riuscì, dopo qualche giorno, a dire delle cose sensate.
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Per la prima volta in vita sua, il Mago Magone era contento! Non lo preoccupava più il fatto di aver finito le lacrime così, non sapendo che fare, si recò al fossato, ai piedi del castello e il coccodrillo, appena vide il Mago Magone che correva a gambe levate verso di lui, incominciò a piangere; aveva appena mangiato un’anatra e gli dispiaceva molto (del resto in quel castello piangevano tutti, e spesso non sapevano neppure perché, così piangevano anche per questo). Il Mago Magone – che era un mago vero – si affrettò a raccogliere le lacrime del coccodrillo (il quale probabilmente pensava invece che avrebbe ricevuto un sonoro rimprovero), in una boccettina di vetro, e le portò in cima alla torre più alta, nel suo laboratorio; non si era mai domandato di che cosa fossero fatte le lacrime. Lui pensava che fossero senz’altro costituite più d’acqua salata che di buon vino bianco, ma fu proprio in quella strana circostanza che gli venne la curiosità di accertarsene; lui non ne possedeva più neanche una goccia, perciò depositò sotto la lente del microscopio (s’inizia sempre così) quel prezioso campione. Ma cosa vide!
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Vide che cos’erano la fame, la malattia e la sofferenza; vide la guerra, l’odio e la morte; vide madri disperate piangere per i loro bambini e bambini piangere per le loro paure. I vecchi piangevano per i loro rimpianti e i giovani per i loro rimorsi. Poi guardò in faccia l’invidia e la gelosia mentre danzavano, ridendo fino alle lacrime, intorno al mondo. Vide che anche molti animali piangevano, specialmente quelli chiusi in prigione; piangevano i fiori recisi, i pesci nel mare sporco, e anche le montagne quando venivano scavate con le trivelle fin nel loro cuore. L’aria stessa lacrimava a causa del fumo degli incendi che facevano piangere i boschi. Vide infine piangere gli occhi di Gesù e quelli di Buddha. Scoprì così che esistono diverse specie di lacrime: molte sono causate dal dolore, altre dalla compassione, alcune perfino dalla gioia oppure dal sollievo. Certe, come quelle che sgorgavano fino a qualche tempo prima dai suoi propri occhi, addirittura sembrava non avessero una causa apparente, e invece erano pur’esse lacrime di sofferenza: perché anche il vuoto è dolore; forse, quel dolore, è persino più acuto perché non si sa come spiegarlo a sé stessi o agli altri.
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Il Mago Magone capì che le lacrime di tutte le creature contengono queste cose poiché esse non sono affatto semplice acqua salata oppure buon vino bianco; sono il sangue dell’anima ferita.
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Mentre pensava a ciò non si accorse – tanto era immerso in quelle visioni – che due lacrimoni gli rigavano le guance, scorrevano lungo la sua folta barba bianca e cadevano ai suoi piedi, trasformandosi in due enormi diamanti.
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Perché fu in quel tormento che il suo cuore si aprì per far sbocciare il fiore dell’amore.
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Quando se ne accorse si vergognò molto per tutto il tempo che aveva perduto a piangere per niente, anche se quel niente lo aveva spinto a farsi queste stupefacenti domande.
FINE
DAL WEB – IMPAGINAZIONE ORSO TONY
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GLI INCREDIBILI BENEFICI DELLA MEDITAZIONE!


Se vi dicessero che, senza assumere nessun farmaco, naturale o meno, è possibile ammalarsi di malattie gravi il 50% in meno e addirittura il 67% dopo i 40 anni.
Che con lo stesso sistema si possono curare arteriosclerosi, ipertensione, ansia, panico, insonnia e molte altre patologie, con successo anche in molti casi in cui la farmacologia fallisce.
Che la capacità lavorativa e di relazione migliorano, che si potenzia la memoria e la capacità di apprendimento, che si attiva la creatività.
Che aumenta la resistenza alla fatica sia fisica sia intellettuale, che migliora la gestione dello stress.
E ancora che rallenta i processi dell’invecchiamento.
Cosa pensereste?
Probabilmente che si tratta del famoso olio di serpente, una truffa per gonzi!!!!!!

Ed invece stiamo parlando della meditazione, e a fornirci questi e molti altri dati impressionanti è un esercito di scienziati di primo piano, tramite più di 850 (numero in continuo aumento) studi scientifici.

1) Chi pratica correttamente la meditazione si ammala molto meno degli altri. Nelle patologie gravi, la riduzione è del 50% nella fascia di età fino ai 40 anni. Oltre i 40, proprio quando abbiamo maggiori problemi di salute, la riduzione arriva fino al 67%. Tra la malattie gravi sono incluse ad esempio cancro (-53%), respiratorie (-73%) cardiovascolari (-87%).
2) La meditazione è stata sperimentata in molti casi che presentavano patologie gravi non-responder (in cui la farmacologia non ha dato risultati), dando sempre una percentuale di successo significativa.

Ed i benefici delle tecniche meditative, se fatte correttamente, non si fermano certo a questo.
Chi sa meditare vive più serenamente, accetta bene anche le peggiori difficoltà della vita (sempre documentato scientificamente), acquisisce carisma e stimola negli altri le reazioni più favorevoli.
Raggiunge più facilmente il successo e soprattutto può realizzare i suoi obiettivi con minore difficoltà.
Milioni di persone in tutto il mondo traggono beneficio dalle tecniche meditative, che possono aiutarci negli aspetti più importanti della vita.
dal web – impaginazione dell’Orso – continua…
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Musiche d’autunno
G. KEATS
Dove sono i canti di primavera?
Dove sono?
Non ci pensare: tu pure hai la tua musica
quando nubi dolci avvolgono il giorno
che muore e tingon di rosa
le pianure di stoppie.
Allora s’alza il coro lamentoso
dei moscerini
tra i salici del fiume, portati in alto
o abbassati
col respiro e il silenzio del vento;
e gli agnelli belano forte sulla collina;
cantano nelle siepi i grilli;
ed il pettirosso leva il canto acuto
da un giardino; e trillano nel cielo,
raccogliendosi, le rondini.

da Orso Tony
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