Archivio per 20 ottobre 2008

LA VOCE INDIANA…   1 comment

 
       
 
LA VOCE INDIANA
 
Io sono la Voce Indiana.
Voglio che mi sentano in tutti i nostri territori.
Da duecento anni sono prigioniero di guerra
nella mia terra.
Sono prigioniero dell’odio e dell’avidità,
della menzogna e del pregiudizio,
dell’indifferenza e dell’ignoranza,
dell’ingiustizia
degli uomini che schiacciarono
con la forza del loro numero me e il mio Popolo,
da quando scesero sulle mie spiagge
e invasero la mia terra nativa.
Imposero a me
la loro società, la loro religione, le loro leggi,
ed è per questo che la mia gente
ora è ridotta a meno di quanto era,
quando con false promesse vennero
per la prima volta sulle nostre spiagge.
Io sono la Voce Indiana collettiva
e grido forte dalle milioni di tombe
di spiriti senza pace
e milioni sono le grida che si alzano
e chiedono:
Dov’è il mio futuro?
A chi appartiene?
Appartiene al mio Popolo?
Ci sarà felicità sulla terra
che per diritto è mia?
 

 
IL VECCHIO
 Sandoval, Hastin Tlo’tsi hee, Navajo
da
www.oasidelpensiero
– Impaginazione Orso Tony – 
  
 

Pubblicato 20 ottobre 2008 da tonykospan21 in PELLEROSSA NATIVI E ALTRE CULTURE

L’ADDIO ALL’ESTATE DI UNO SCRITTORE…   Leave a comment

 

L’ADDIO ALL’ESTATE DI UNO SCRITTORE…

Ecco come uno scrittore nel suo blog… saluta l’estate…

M’ha molto colpito questo passo per cui mi fa piacere offrirlo alla vostra lettura…

ADDIO ESTATE

Ciao a tutti, come va?
Avete fatto una scorpacciata di cielo e di sole? Di luoghi diversi o semplicemente di riposo? Ci stiamo per rituffare nel vortice di sempre. Sia che siamo partiti per andare da qualche parte o semplicemente immersi in noi stessi approfittando di un po’ di tempo libero, l’importante è aver fatto il pieno di serenità. Così potremo lasciarla da parte, dovesse servircene una scorta in più nei mesi futuri.

L’estate. Questa estate. La mia. La vostra. Che sembra non voler finire. Un’estate pazza, come una bella ragazza che cambia umore ogni giorno. Ci regala il sole ed un attimo dopo una pioggia insistente. E poi vento e ancora sole. Così ogni sera non sai se il tramonto sarà colorato o scuro di nuvole.

Eppure sei lì ed aspetti, curioso come davanti al sipario di uno spettacolo a sorpresa, il cui biglietto non ti è costato nulla. E se non sarà come speravi, c’è sempre domani. Un’altra sera. Un’altra possibilità. Il sole, in queste ultime sere d’estate, splende come un’arancia enorme. Sembra quasi facile da afferrare. E invece, prima di farsi mangiare, sparirà dietro l’orizzonte portando con sé tutti i luoghi, le immagini e i volti che durante il giorno ha illuminato. E con quelli trasformerà il cielo in un quadro colorato, ogni sera diverso. Un quadro da guardare seduti magari sotto una veranda o affacciati a un balcone. Oppure alla guida di un’auto, tornando a casa da un viaggio, cacciando via quella piccola tristezza che accompagna la fine di una vacanza. Sembra scontato. Banale. Eppure è un dono per nulla dovuto, semplice e bellissimo, che non costa nulla osservare e che sa regalare tanto. E domani quel sole tornerà, con una nuova promessa di tramonto tutto da scoprire. E’ sempre così.

Quello che finisce non si porta mai via tutto. Ogni partenza nasconde un ritorno, una nuova possibilità. Lascia una traccia, un colore, una scia da seguire. Basta aprire bene gli occhi e non farseli sfuggire. Non si sa dove porteranno. Non si sa quali colori userà il cielo per dipingere il tramonto di domani. Potrebbe anche piovere. Ma il grigio non è altro che un colore fra tanti. Andate e ritorni. Per un sole che va, c’è una notte che arriva. Per una stella che cade spengendosi, c’è un’alba che sorge ed illumina. Per un amico che ci saluta, c’è il suo ricordo che resta. Andate e ritorni. Perché se tutto fosse stabile e fermo, non ci sarebbero colori per dipingere il cielo. Non ci sarebbero nuovi amori in arrivo, spiagge prima vuote e poi piene di schizzi e risate. Non ci sarebbero l’autunno e poi l’inverno e la primavera. Non ci sarebbe quella danza di arrivi ed arrivederci… Come è la vita.

E come accade la sera sulla spiaggia, quando ci si ritrova dopo un anno seduti tutti in cerchio a dirsi tutto e niente, a stonare le canzoni perché
tanto ciò che conta l’hai già cantato bene a chi ti piace, quando basta uno sguardo per scoppiare a ridere e le mani s’intrecciano con la sabbia, in
promesse d’inverni e primavere che non ci separeranno… Eccoci ancora qui, seduti attorno a un fuoco che non si spenge, ad aspettare che Babi e Step, i nostri due buoni e vecchi amici, tornino a raccontarci di loro. E accadrà.

da… Tre Metri Sopra il Cielo: il blog di Federico Moccia

CIAO DA ORSO TONY

(TITOLO E IMPAGINAZIONE A CURA DELL’ORSO)

(chi volesse il link… del blog… me lo può chiedere…)

 

Pubblicato 20 ottobre 2008 da tonykospan21 in FAVOLE LEGGENDE RACCONTI DI SAGGEZZA

FELICE SETTIMANA IN POESIA E MUSICA…   Leave a comment

 
 
○●MAX●○
 
LACRIMA DI GIOIA
Carlo Bramanti
 
Una lacrima di gioia
tra i tuoi seni nivei
questo sarò
 
e non dovrò scrivere
 più niente
in una cesta
 di nuvole
non servirà
 
Radioso ruscello
sul respiro
 amato
sarò il peccato
la purezza, l’abbandono
 
Sorridimi
 
posami sul palmo metà
del tuo sogno
Dalle mie labbra lo riavrai
per intero
 
 
.
 
da Orso Tony
 

 

Pubblicato 20 ottobre 2008 da tonykospan21 in SALUTI VARI

LA NASCITA DELLE… SCARPE…   Leave a comment

 
LA NASCITA DELLE… SCARPE…
 
Le prime scarpe indossate dai primitivi
 
Scarpa persiana 6° sec a.C.
(SCARPA PERSIANA)
 
Lo studio dimostra che le prime rudimentali scarpe apparvero circa 40.000 anni fa e modificarono le ossa dei piedi dei nostri antenati
 
 
 

Il professor Trinkaus al lavoro
NEW YORK Gli uomini primitivi avrebbero indossate le prime rudimentali scarpe tra 40.000 e 26.000 anni fa. Lo ha stabilito uno studio pubblicato sulla rivista «Journal Archaelogical Science» dallo scienziato americano Erik Trinkaus, professore della Washington University a St Louis, che ha studiato le ossa di alcuni nostri antenati.
 
 
 
 
 
 
 
SCARPE –
Secondo Trinkaus la presenza di scanalature nelle ossa dei piedi dei nostri antenati testimonia l’invenzioni delle prime scarpe, che con il tempo resero le osse meno forti e resistenti. I primi uomini che comparvero sulla terra, circa 500 mila anni fa, sentirono presto il bisogno di coprire i loro piedi a causa delle alte temperature nordiche. Ma solo molti anni dopo, furono create calzature protettive comparabili alle moderne scarpe. Lo scienzato afferma che non è possibile stabilre l’epoca esatta nella quale gli uomini non andarono più scalzi, ma costruirono le prime scarpe perchè il materiale animale e vegetale usato adesso non è più reperibile. «Oggi le più antiche scarpe nel mondo sono di 9.000 anni fa, e sono state trovate in California» dice il professor Trinkaus.
 
 

Ossa di un piede primitivo (Bbc on line)

 PRIMITIVI –

Esaminando le ossa dei piedi dei primi uomini primitivi (Homo neanderthalensis) e di quelli successivi (Homo sapiens) vissuti rispettivamente 100.000 e 10.000 anni fa, lo scienziato ha stabilito che i primitivi vissuti nel periodo intermedio del Paleolitico (tra i 100.000 e 40.000 anni fa) aveva osse più pesanti e più forti, mentre coloro che trascorsero la loro esistenza 26.000 anni fa, nell’epoca del Paleolitico superiore, avevano osse messo spesse e meno resistenti. Per testare questa teoria lo scienziato ha preso come riferimento anche i primi nativi americani che andavano scalzi e i contemporanei Inuiti, popolazione che vive in Alaska e che indossano stivali di foca.
 
 
EVOLUZIONE –
 L’apparizione delle prime scarpe coincide con un periodo storico ricco di progressi per il genere umano. Secondo il profesore Paul Mellas, ordinario di storia primitiva all’Univeristà di Cambridge in quest’epoca ci furono «drammatici cambiamenti» nella vita dei nostri antenati. «Circa 35.000 anni fa e via di seguito gli uomini producono le prime forme d’arte, i primi arnesi in pietra, le prime decorazioni personali e i primi gioielli. Non sarebbe una sorpresa scoprire che la comparsa delle prime scarpe sia avvenuta proprio in queste epoca».
 
 
F I N E
 
 
dal Corriere della Sera – Immagini dal web – Impaginazione t.k.

Pubblicato 20 ottobre 2008 da tonykospan21 in STORIA... IN SENSO AMPIO

FELICE NOTTE…   Leave a comment

 

 

 

 

 

 

LASCIAMI LIBERE LE MANI…

(Pablo Neruda)

Lasciami libere le mani
e il cuore, lasciami libero!
Lascia che le mie dita scorrano
per le strade del tuo corpo.
La passione – sangue, fuoco, baci –
m’accende con tremule fiammate.
Ahi, tu non sai cos’è questo!

È la tempesta dei miei sensi
che piega la selva

sensibile dei miei nervi.
È la carne che grida

con le sue lingue ardenti!
È l’incendio!
E tu sei qui, donna,

 come un legno intatto
ora che tutta la mia

 vita fatta cenere vola
verso il tuo corpo pieno,

 come la notte, d’astri!

Lasciami libere le mani
e il cuore, lasciami libero!
Io solo ti desidero,

 ti desidero solamente!
Non è amore, è desiderio

 che inaridisce e s’estingue,
è precipitare di furie,
avvicinarsi dell’impossibile,
ma ci sei tu,
ci sei tu per darmi tutto,
e per darmi ciò che possiedi

sei venuta sulla terra –
com’io son venuto

 per contenerti,
desiderarti,
riceverti!

 

da Orso Tony

 

Pubblicato 20 ottobre 2008 da tonykospan21 in SALUTI VARI

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