Archivio per 8 ottobre 2008

L’UOMO HA FINITO DI EVOLVERSI?   Leave a comment

 
Secondo Steve Jones quello che siamo oggi
lo saremo anche tra un milione di anni
 
Nel mondo di oggi selezione naturale e mutazione genetica
conterebbero sempre meno
 
 
 
Teoria choc di un genetista inglese
"L’uomo ha finito di evolversi"
Ma sulle conclusioni dello studioso britannico
la scienza si divide
 
ENRICO FRANCESCHINI
 
 
Il padre della teoria evoluzionistica Charles Darwin
 
LONDRA – Qualcuno predice che diventeremo tutti superuomini: più alti, più forti, più belli, più intelligenti, praticamente perfetti. Qualcun altro sostiene che ci trasformeremo in mostricciatoli dalla testa enorme e dal corpo rachitico, tranne le dita delle mani, lunghe e resistenti, per cliccare in continuazione i pulsanti di telefonini, computer, videogiochi, l’unica attività che vorremo fare in futuro (e la sola che alcuni di noi già praticano nel presente).
Ma un eminente genetista britannico afferma invece che simili scenari sono entrambi sbagliati: "L’evoluzione dell’uomo si è conclusa, è finita, terminata", annuncia il professor Steve Jones, biologo dell’University College London. "Tra un milione di anni o più avremo lo stesso aspetto, le stesse caratteristiche, che abbiamo oggi". L’uomo (e la donna) che vediamo allo specchio in questo 2008 dopo Cristo sarebbero insomma il modello definitivo, il risultato finale, l’approdo ultimo di quattro miliardi di anni di tenace, paziente, incessante sforzo per migliorare gli organismi viventi. Difficile dire se la notizia può compiacere o rattristare: è consolante sapere che non somiglieremo mai a E. T., l’extraterrestre del film di Spielberg; ma un po’ dispiace apprendere che l’Homo Sapiens non verrà più migliorato.
Il professor Jones è giunto alla sua ipotesi, pronunciata questa settimana durante un simposio scientifico a Londra, sulla base di un semplice ragionamento: le forze che sospingono l’evoluzione della specie, come la selezione naturale e la mutazione genetica, non giocano più un ruolo importante nelle nostre vite, o addirittura sono del tutto scomparse. Tutto quello che abbiamo fatto negli ultimi cinque milioni di anni, dal momento in cui uno scimmione è sceso da un albero e ha cominciato a camminare faticosamente su due zampe, è stato dettato dalla selezione naturale: camminare eretti, scambiare informazioni con suoni e poi parole, usare utensili e armi, vivere in gruppi organizzati, è accaduto perché farlo creava un vantaggio ai membri della specie.
Nell’Europa dell’Età del Ghiaccio, una mutazione che dava a un bambino maggiore resistenza contro il freddo e la fame gli dava anche un forte vantaggio competitivo, che aumentava le sue probabilità di sopravvivenza e di passare quel gene ai propri discendenti.
Così è avvenuto, per esempio, che nel gelido nord del pianeta gli esseri umani fossero più corti e più rotondi, per trattenere meglio il calore, mentre nella fascia tropicale rimanessero alti e magri, per disperdere calore. Questo principio evolutivo è continuato a restare valido anche nei sessantamila anni trascorsi da quando i primi uomini simili a come siamo noi oggi lasciarono il cuore dell’Africa per diffondersi in tutti i continenti; ed ha continuato a funzionare per buona parte della nostra era cristiana, se si pensa che ancora all’epoca di Charles Darwin, il padre della teoria dell’evoluzione, in Gran Bretagna circa metà dei neonati morivano prima di avere raggiunto i 21 anni d’età. Ma nel mondo contemporaneo di riscaldamento centralizzato, vaccinazioni di massa, abbondanza e benessere, le stesse mutazioni che garantirono la sopravvivenza di quei bambini dell’era primordiale o di una a noi più vicina non darebbero più loro il medesimo vantaggio. Dunque non avvengono.
Altri elementi contribuirebbero ad avere fermato l’evoluzione umana allo stato attuale, sempre secondo la teoria del genetista della Ucl: il fatto che non esistono più popolazioni isolate, che le razze si mescolano, che diminuisce il numero degli uomini che fanno figli in età avanzata (il cui sperma si deteriora e contiene più "errori" genetici). Naturalmente non tutti i colleghi del professor Jones concordano: le sue dichiarazioni, riprese dalla stampa nazionale, hanno suscitato obiezioni, anche all’interno della sua stessa università, dove un altro genetista, Fred Spoor, ha detto che l’evoluzione della specie dipende da fattori spesso imprevedibili, e poiché non sappiamo che cosa accadrà sulla terra nel prossimo milione di anni, o perfino nel prossimo anno, è impossibile affermare che la specie umana non subirà più mutazioni. "Ho seri dubbi che tra un milione di anni saremo identici a come siamo ora", osserva lo scienziato rivale.
Alcuni sottolineano poi che nel Terzo Mondo la vita è ancora dura come svariati secoli fa in Europa, e che la lotta per la sopravvivenza, la fatica quotidiana di trovare da mangiare, bere, ripararsi dalle intemperie, dalle bestie feroci (o da altri uomini ancora più feroci), è tutt’altro che risolta, per cui anche le ragioni che dettano l’evoluzione della specie rimangono perfettamente in piedi.
Del resto Jones è il primo ad ammettere che il suo discorso riguarda principalmente l’Occidente sviluppato, con l’ottimismo di chi crede che il progresso sia inarrestabile e che, nonostante le ansie dell’attuale crisi finanziaria, il benessere diventerà sempre più globale. "Se avete paura di che cosa ci può riservare il mondo dell’Utopia, non temete", conclude lo studioso, "perché l’Utopia è arrivata, l’Utopia è oggi. Il presente che viviamo è il futuro, un futuro in cui l’uomo fa migliaia di chilometri per trovare la donna che sposerà, mentre i nostri antenati si sposavano nella stessa città, nello stesso villaggio, nello stesso rione.
Un futuro in cui l’Homo Sapiens avrà la faccia marrone, avrà un aspetto sempre più uniforme e non avrà più bisogno di evolversi". Quanta strada abbiamo fatto, da quando un singolo organismo monocellulare, la cellula da cui discendono tutti gli esseri oggi viventi sul nostro pianeta, comparve sulla terra quattro miliardi di anni or sono, giorno più, giorno meno: ebbene, se ha ragione Jones, ora quella strada è finita, non rimane più un metro da percorrere, siamo arrivati alla meta. "Ecce Homo", Ponzio Pilato disse alla folla introducendo Gesù, nel Vangelo secondo Giovanni: ed eccolo ancora qui, l’Uomo, destinato a rimanere uguale a com’è, nei secoli dei secoli. Qualche anno fa ci eravamo brevemente illusi che fosse finita la Storia, dopo la caduta del muro di Berlino, il crollo dell’Urss e il collasso del comunismo; invece, senza che ce ne accorgessimo, forse è finita l’evoluzione della specie. Ci tocca di accontentarci di esser come siamo, per sempre.
 
 

 
Da Repubblica.it

 

 

IL MISTERIOSO MANOSCRITTO DI VOYNICH   Leave a comment

     

IL MISTERIOSO MANOSCRITTO DI VOYNICH

 

I libri sono, per definizione, destinati a essere letti. Ma questo non è certamente il caso del misterioso " Manoscritto Voynich", che prese il nome da Wilfred Voynich, un libraio antiquario americano, che acquistò la singolare opera nel 1912 da una scuola di gesuiti vicino Roma.    

Le sue origini e il suo autore restano ignoti, sebbene esso fosse accompagnato da una lettera del 19 agosto del 1666, di Johannes Marcus Marci, rettore dell’Università di Praga, ad Atanasio Kircher, uno studioso gesuita. Secondo la lettera, il manoscritto era opera dello scienziato del XIII secolo Ruggero Bacone.

Il manoscritto, un volume in ottavo, di soli 15×23 cm, consiste in 204 pagine (altre 28 pagine sono andate perdute), ciascuna piena di disegni a colori e di annotazioni scritte a mano in un codice segreto. Nonostante gli sforzi degli studiosi, non si sa in che lingua sia scritto o cifrato, o quale fosse l’intento del suo autore.
A prima vista si direbbe un erbaio medievale, che descrive la raccolta e la preparazione delle piante medicinali, con numerose mappe astronomiche e diagrammi, il tutto decorato da curiosi piccoli nudi femminili. Ma la maggior parte delle piante illustrate è immaginaria, una flora di pura invenzione.

    

Nel 1912, un collezionista di libri rari, Wilfrid M. Voynich, acquistò dal Collegio dei gesuiti di Villa Mondragone, a Frascati, un manoscritto medievale di 235 pagine, scritto in un alfabeto sconosciuto ed in quella che parrebbe essere una lingua sconosciuta o cifrata. Voynich desiderava far decrittare il manoscritto e ne fece avere delle copie fotografiche a una serie di esperti: crittologhi, linguisti, storici… Ma nonostante tutti gli sforzi, il libro a tutt’oggi non è ancora stato decifrato. Venne venduto ad un antiquario newyorkese nel 1961 per la "modica" somma di 24.500 dollari. Questi valutò il volume a 160.000 dollari, ma non fece un buon affare, perchè non riuscì a trovare un compratore. Alla fine lo donò all’università di Yale, dove è tuttora conservato alla Beinecke Rare Book Library con il numero di catalogo MS 408. Forse consultando una delle tantissime copie del manoscritto sareste in grado di decifrare questo puzzle storico…

Sappiate, comunque, che non siete i soli a provarci!

 

  Dal web… – Impaginaz. Orso – Continua

 

Pubblicato 8 ottobre 2008 da tonykospan21 in MISTERI ED ENIGMI

AFORISMI SUL… MATRIMONIO…   Leave a comment

 

AFORISMI SUL… MATRIMONIO… PER SORRIDERE UN PO’…

Si dovrebbe essere sempre innamorati. Ecco perche’ non bisognerebbe mai
sposarsi! (Oscar Wilde)
 
Dormiamo in camere separate, ognuno cena per i fatti suoi, facciamo vacanze
ognuno per conto suo: insomma facciamo di tutto per tenere unito il
matrimonio. (Rodney Dangerfield)

Il matrimonio e’ stato spesso paragonato a quelle feste dove chi e’ fuori
vorrebbe entrare, e chi e’ dentro sarebbe tanto contento di uscire. (John
Davies)

La donna piange prima del matrimonio, l’uomo dopo. (Proverbio polacco)

Io non e’ che sia contrario al matrimonio, pero’ mi pare che un uomo e una
donna siano le persone meno adatte a sposarsi. (Massimo Troisi)

Pensando al matrimonio l’uomo teme, non tanto il legarsi a una donna, quanto
il separarsi da tutte le altre. (Helen Rowland)

Le ho chiesto di sposarmi e lei ha detto no. Da allora viviamo felici e
contenti. (Spike Milligan)

I mariti non si rendono mai conto dello sforzo che facciamo noi mogli per
spendere i loro stipendi. (Blondie Bloomstead)

Mia moglie mi ha sposato per fare un dispetto a un uomo. Dopo un anno ho
scoperto che quell’uomo ero io. (Mario Zucca)

Mettere incinta una donna e poi sposarla e’ come pisciare in un cappello e
poi metterselo in testa. (Samuel Pepys)

Personalmente, non conosco nulla del sesso perche’ sono sempre stata
sposata. (Zsa Zsa Gabor)

Prima del matrimonio tenete gli occhi aperti; dopo chiudetene uno. (Benjamin Franklin)

Una donna che si ama, non si sposa; il peggior insulto che possiate farle e’
di trasformarla da amante in moglie. (Giuseppe Prezzolini)

Chi non e’ sposato non sa cosa significhi tornare a casa e trovare calore
umano, affetto e comprensione. Io lo so: significa che ho sbagliato casa.
(Boris Makaresko)

DAL WEB… IMPAGINAZIONE DELL’ORSO… SEGUE…

 

Pubblicato 8 ottobre 2008 da tonykospan21 in INTRATTENIM. UMORISMO

BUONANOTTE… BLOG…   1 comment

 

    

LA TUA VITA E’ LA TUA VITA 

Charles Bukowski

La tua vita è la tua vita. 
Non lasciare che le batoste
la sbattano nella cantina dell’arrendevolezza. 
Stai in guardia. 
Ci sono delle uscite. 
Da qualche parte c’è luce. 
Forse non sarà una gran luce ma la vince sulle tenebre. 
Stai in guardia. 
Gli dei ti offriranno delle occasioni. 
Riconoscile, afferrale. 
Non puoi sconfiggere la morte
ma puoi sconfiggere la morte in vita, qualche volta. 
E più impari a farlo di frequente, più luce ci sarà. 
La tua vita è la tua vita. 
Sappilo finché ce l’hai. 
Tu sei meraviglioso gli dei aspettano di compiacersi in te.
 
 

 
 

 
 
 
BY ORSO TONY
 

Pubblicato 8 ottobre 2008 da tonykospan21 in SALUTI VARI

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